Sono disperati. Nei partiti che hanno assicurato sostegno a Mario Draghi ormai è crisi di nervi. Il premier incaricato continua a non parlare di poltrone e, tra chi invoca spazi per le donne e chi incarichi ai migliori, la paura di restare senza un minimo di potere è grande. L’ex presidente della Bce non se ne cura e ha fatto capire che dei ministri parlerà soltanto con il Presidente della Repubblica, in un incontro che forse dovrebbe svolgersi già oggi. Dalla Lega alla sinistra sembra debbano arrendersi: nessun Ministero di peso sembra verrà offerto ai politici e per tornare a Palazzo Chigi dovranno accontentarsi di qualche strapuntino.
ORE FRENETICHE. Draghi sulla squadra sta lavorando in grande silenzio, sicuro che ormai il suo esecutivo è blindato e che in Italia l’unico suo vero referente è il Capo dello Stato. Chiamerà prima di salire al Colle? Sembra che questa sia diventata l’ultima speranza dei leader delle diverse forze politiche. Tutti in fibrillazione, fatta eccezione per Giorgia Meloni che si è subito messa all’opposizione. In base alle ultime indiscrezioni si parla comunque di un posto nell’esecutivo per lo stesso Gianni Letta (nella foto), da sempre braccio destro di Silvio Berlusconi e grande tessitore di alleanze. Il Movimento 5 Stelle punta ovviamente al Ministero della Transizione Ecologica, su cui tanto si è speso lo stesso Beppe Grillo, conteso tra l’attuale ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli e Stefano Buffagni.
Luigi Di Maio continua invece ad ambire a una riconferma alla Farnesina. Forza Italia scommette invece su Antonio Tajani, mentre Italia Viva mira a un bis all’agricoltura per Teresa Bellanova o in alternativa a un dicastero per Ettore Rosato. Nel Pd sono in pista il numero due del partito, l’ex guardasigilli Andrea Orlando e gli attuali ministri Dario Franceschini e Lorenzo Guerini. Leu, che ancora non è molto convinto di una maggioranza allargata alla Lega, ambisce a un bis per il ministro della salute Roberto Speranza, mentre il Carroccio, dove qualche ambizione la coltiva lo stesso Matteo Salvini, è in pista soprattutto con Giancarlo Giorgetti e Giulia Bongiorno.
IL VERO POTERE. Mentre i partiti si disperano, Draghi sembra però tutto concentrato sulla squadra su cui punta davvero, quella dei tecnici. Ecco dunque che al Mef sembra puntare soprattutto su Ernesto Maria Ruffini, attualmente al vertice dell’Agenzia delle entrate, mentre al Ministero dell’Interno sulla riconferma di Luciana Lamorgese. Per il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’ex presidente della Bce sembra poi guardare a Daniele Franco e Alessandra Dal Verme. Per il ministero della giustizia viene considerato certo l’incarico a Marta Cartabia, ex presidente della Consulta, mentre all’istruzione si parla di Patrizio Bianchi o Cristina Messa. E potrebbe sparire il Ministero dello sport.