“Tutti quelli che sono stati messi nelle task force, come la Fornero e la Tarantola (leggi l’articolo), sono lì per demolire quanto di buono è stato fatto negli ultimi anni”. A parlare così è Elio Lannutti, senatore di Italia dei Valori, che mette in guardia tutti dal tentativo di restaurazione portato avanti dal governo Draghi.
In queste ore fanno discutete le nomine fatte dal governo cosiddetto dei migliori tra cui si annoverano nomi che sembrano venire da un’altra epoca. Siamo alla restaurazione?
“Questo è proprio il governo della restaurazione che sta smantellando con la complicità del Movimento 5 Stelle, mi creda lo dico con dolore, tutte le conquiste che faticosamente erano state approvate prima con la Lega, poi con il Partito democratico. Anche le nomine di cui si discute, ribaltano quelle fatte dai due governi Conte e che erano basate sulla competenza e sulla professionalità. Stanno smontando tutto con Mario Draghi che io definisco il macellaio della Troika. Ma vorrei dire anche un’altra cosa”.
Prego.
“Siamo davanti al peggior governo della storia della Repubblica. Dove non sono riusciti Berlusconi e Previti, o Gelli con il suo piano di rinascita nazionale, ci stanno riuscendo Draghi e la Cartabia. Vede, la riforma della Giustizia di cui tanto si parla è fatta a uso e consumo dei potenti come si vede dalle dichiarazioni di tanti magistrati che segnalano come almeno il 50% dei processi finiranno al macero. Una riforma che mina la democrazia nelle sue fondamenta come ha detto il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho”.
Tra i nomi più in vista e che fanno scalpore c’è quello dell’ex ministra Fornero. Curiosamente la sua nomina arriva proprio in prossimità della scadenza di Quota 100. Crede che Draghi stia dando un segnale politico sostenendo un ritorno alla legge “lacrime e sangue” voluta dall’ex ministra?
“Assolutamente sì. La Fornero che io definisco Jena Piagnens, arriva per completare l’opera quella dove le lacrime sono gratis mentre il sangue è stato pagato dagli italiani e in particolare dai 400 mila esodati che hanno vissuto un incubo. Voglio ricordare anche che ci sono stati 7 o 8 tentativi di salvaguardia per cercare di ridare speranza alle famiglie messe per strada dal predecessore di Draghi, ossia Mario Monti. Due nomi che hanno in comune l’iscrizione alle teorie liberiste che mettono al primo posto la finanza rispetto al valore delle persone. Pensi che proprio ieri la corte dei Conti ha condannato una settantina di persone per i derivati del 1992, anno in cui Draghi da direttore generale del Tesoro consentì i contrasti capestro che favorirono le banche d’affari e che sono costati all’Italia, come racconta Eurostat, oltre 40 miliardi di euro in interessi. Gli altri Paesi che non hanno utilizzato questi stessi contratti, sui derivati ci hanno guadagnato”.
Altra sua vecchia conoscenza con cui ha avuto contrasti, è la Tarantola già ex presidente Rai e ex dirigente della Banca d’Italia. Come giudica tale nomina?
“Guardi tutti quelli che sono stati messi nelle task force, come la Fornero e la Tarantola, sono lì per demolire quanto di buono è stato fatto negli ultimi anni. In tal senso le cose sono due o qualcuno non capisce cosa sta accadendo oppure non vuole vederlo e asseconda tutto. La Tarantola, come tutte le altre persone scelte, sono una provocazione. Lei era alla guida della vigilanza sulle banche ma la realtà è che non ha vigilato su nulla. Oppure pensi a Cingolani che da ministro per la transizione ecologica dovrebbe tutelare l’ambiente e invece lo sta continuando a devastare tanto che lo chiamano ‘er trivella’. La realtà è che siamo ben oltre l’oscurantismo e che hanno demolito tutto. Ormai resta in piedi il solo reddito di cittadinanza che minacciano di cancellare ma si tratta di una misura che ha salvato 3 milioni di famiglie”.
Evidentemente non bastava la prima infornata di economisti e professori ultra liberali perché tra le nomine spunta anche quella del leader della potente fondazione Cariplo e dell’Acri Guzzetti…
“Lo conosco bene, viene dalla Democrazia cristiana e anche lui rientra nel progetto di cancellare tutto per introdurre il darwinismo economico che istituzionalizza la legge del più forte favorendo le banche e confindustria. Siamo un Paese basato sulla piccola e media impresa ma nel recovery che porta fiumi di denaro, a quelle realtà vengono lasciate le briciole. Ci sono studi che dicono che senza aiuti,1/3 delle imprese italiane non riaprirà ma nessuno affronta il problema”.
In passato lei è finito al centro delle cronache per alcune frasi sui Savi di Sion. La vicenda è stata cavalcata da tutti i media salvo poi ignorarla completamente quando la sua posizione è stata archiviata (leggi l’articolo). Cosa si sente di dire in proposito?
“Ho subito una gogna mediatica durata 30 mesi. Sono stato infangato in ogni modo, dandomi dell’antisemita e tirando in ballo anche mio figlio in quanto dipendente di una banca, perché volevano evitare che diventassi il presidente della commissione banche visto che non faccio sconti a nessuno. Su di me sono stati scritti oltre 800 articoli e si è parlato nei talk show televisivi. Ma adesso che è arrivata l’archiviazione dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal pubblico ministero Erminio Amelio, secondo cui le espressioni utilizzate risultano prive di espressioni offensive o diffamatorie, nessuno ha detto niente. Fosse l’ultima cosa che faccio, porterò in giudizio tutti i calunniatori, tra politici e giornalisti, per difendere il mio nome e quello della mia famiglia”.