Draghi non ha fatto nulla contro la povertà assoluta

Nel 2021 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie. L'Istat conferma i massimi storici toccati nel 2020.

Nel 2021, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale da 7,7% nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (9,4% come l’anno precedente). La povertà assoluta, secondo i dati dell’Istat, conferma sostanzialmente i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia dovuta al Covid-19. Per la povertà relativa l’incidenza sale all’11,1% (da 10,1% del 2020) e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni (2,6 milioni nel 2020).

Nel 2021 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie

L’incidenza di povertà assoluta nel 2021 in Italia, rileva ancora l’Istat, si attesta al 14,2% (poco meno di 1,4 milioni di persone) fra i minori; all’11,1% fra i giovani di 18-34 anni (pari a 1 milione 86mila individui) e rimane su un livello elevato (9,1%) anche per la classe di età 35-64 anni (2 milioni 361mila individui). Mentre il livello si mantiene su valori inferiori alla media nazionale per gli over 65 (5,3%, interessando circa 743mila persone).

Sono così oltre 2 milioni 200mila i poveri assoluti residenti nelle regioni del Nord contro 2 milioni 455mila nel Mezzogiorno. In quest’ultima ripartizione l’incidenza di povertà individuale cresce dall’11,1 per cento al 12,1 per cento (13,2 per cento nel Sud, 9,9 per cento nelle Isole); nel Centro sale al 7,3 per cento dal 6,6 per cento del 2020.

Rispetto alla tipologia del comune di residenza la quota di famiglie povere si distribuisce in maniera simile allo scorso anno con l’unica eccezione per i comuni fino a 50mila abitanti (diversi dai comuni periferia di area metropolitana) del Nord in cui l’incidenza passa dal 7,8 per cento al 6,6 per cento, a causa per lo più della dinamica che interessa il Nord-ovest (al 6,3 per cento dall’8,2 per cent).