Il Governo cala il jolly per scongiurare lo sciopero generale (leggi l’articolo) ma non basta a rabbonire Cgil e Uil. Che però devono fare i conti con la richiesta dell’Authority di riprogrammare, entro cinque giorni, lo sciopero generale proclamato per il 16 dicembre perché violerebbe alcune norme. Quali? Non rispetta il ‘’periodo di franchigia’’ previsto per i servizi postali, per quelli di igiene ambientale e per i servizi alla collettività. Inoltre viola la regola della ‘’rarefazione oggettiva’’, in pratica è troppo vicino a una serie di altri scioperi programmati per singoli settori.
In serata la replica dei sindacati. Cgil e Uil confermano lo sciopero generale del 16 dicembre. Prendono atto della delibera del Garante e procederanno garantendo che lo sciopero sarà effettuato nel pieno rispetto delle norme. Ovvero l’astensione dal lavoro non riguarderà alcune categorie su cui c’è lo stop del Garante.
MANIFESTAZIONI. Lo sciopero generale, fanno sapere, sarà accompagnato dalla manifestazione nazionale a Roma, in piazza del Popolo dove interverranno Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, e in contemporanea da altre quattro manifestazioni interregionali in altrettante città: a Milano (per le Regioni del Nord), a Bari (per il Sud), Palermo e Cagliari (per le Isole). Il Consiglio dei ministri di ieri ha confermato che per il 2022 arrivano 1,5 miliardi per la decontribuzione e, in totale, 3,8 miliardi contro il caro-bollette. Per calmierare dunque i prezzi di gas ed energia l’Esecutivo riesce a scovare un miliardo in più rispetto a quanto previsto finora.
In Manovra ci sono 2 miliardi, a cui si aggiungono 500 milioni dal tesoretto fiscale e altri 300 secondo l’intesa già siglata nel Cdm precedente. Il miliardo in più arriva grazie ad anticipi di spesa – previsti dal dl approvato ieri che vale in totale 3,3 miliardi – che creano spazi fiscali per il 2022. Ma tutto questo non basta. “Lo sciopero è uno strumento previsto dalla Costituzione. Costa tra l’altro ai lavoratori, non è una passeggiata. Non lo abbiamo deciso a cuor leggero. E non è uno sciopero politico”, afferma il segretario generale della Cgil.
Che boccia ancora una volta l’accordo trovato in maggioranza, blindato da Mario Draghi e illustrato ai sindacati, sul taglio delle tasse. Solo se questo si aprisse ad accogliere le richieste dei sindacati allora sì che il confronto potrebbe riprendere. Landini, che ha messo sul sito del sindacato uno spiegone sul fisco con domande e risposte sulla legge di Bilancio, rilancia la sua insoddisfazione per le decisioni prese dall’Esecutivo.
SITUAZIONE REALE. “Il Governo dovrebbe spostare tutti gli 8 miliardi a lavoratori e pensionati, dovrebbe aumentare il netto in busta paga per i salari e le pensioni più basse fino a 30.000 euro, dovrebbe cancellare la precarietà e introdurre un contratto di inserimento al lavoro che sia fondato su formazione. Poi ci vorrebbe la riforma delle pensioni e un decreto contro le delocalizzazioni e fare quegli investimenti che creino lavoro per i giovani e le donne sicuro e stabile”, insiste Landini alzando il tiro.
“Proprio perché la Manovra è espansiva dopo diversi anni grazie al lavoro e alla ripresa c’è bisogno che vada verso chi ha bisogno, i lavoratori, i pensionati chi ha redditi bassi”, aggiunge. E se persino il segretario del Pd, Enrico Letta, esprime stupore per la proclamazione dello sciopero generale, il numero uno della Cgil esprime, invece, sconcerto perché la maggioranza e il sistema dei partiti non si stanno rendendo conto, “di quella che è la reale situazione sociale delle persone nel nostro Paese”.