Un numero enorme di accessi illeciti a diverse banche dati per ottenere informazioni su politici e personaggi pubblici, legati ad ambienti imprenditoriali e istituzionali, al fine di compiere una presunta attività di dossieraggio. È questa l’inchiesta della Procura di Perugia, guidata dal procuratore Raffaele Cantone, e partita da una denuncia depositata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto.
La Procura di Perugia al lavoro per capire se il finanziere indagato ha passato le informazioni a persone esterne
Uno scandalo trapelato solo recentemente sui media ma a cui i magistrati lavorano da tempo, come spiegato dallo scarno comunicato stampa del procuratore Cantone, che spiega come “da aprile l’ufficio sta proseguendo in assoluta riservatezza le indagini preliminari, che si sono ovviamente estese rispetto all’ipotesi originaria di violazione di notizie riservate in danno del ministro Crosetto. E sono già state sentite numerose persone ed esaminata una rilevante quantità di documenti”.
Parole che chiariscono subito quanto delicato e preoccupante sia il fascicolo. Al momento gli inquirenti sono impegnati a ricostruire il percorso delle informazioni prelevate con numerosi accessi “non leciti” a diverse banche dati per la quale è stato indagato un appartenente alla guardia di finanza, all’epoca dei fatti attivo nel gruppo di lavoro che si occupava delle sviluppo di segnalazioni operazioni finanziarie sospette presso la procura nazionale antimafia e da qualche tempo trasferito a un altro reparto.
Nei suoi confronti viene contestato il reato di accesso abusivo a un sistema informatico. Al momento dalla Procura non viene chiarito quante siano le persone coinvolte, anche se diversi quotidiani nazionali sostengono che siano un centinaio, e stando a quanto trapela sono concentrati sul tentativo di capire se l’indagato abbia fornito le informazioni riservate a persone estranee alla sua attività istituzionale.
“Chi voleva minare la nascita del Governo fin dai primi passi? Il dossieraggio è una pratica diffusa? Possiamo convivere con il sospetto che persone, dentro lo Stato, lavorino per minarne le istituzioni? È giusto continuare a far finta di nulla quando si vedono pubblicati atti di indagini in corso che, tra l’altro, gettano schizzi di fango inaccettabili su istituzioni serie come la Dna? Queste erano alcune delle domande che mi sono fatto leggendo le notizie uscite” in questi giorni.
A dirlo, con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, è il ministro Crosetto. Lo stesso si dice “particolarmente orgoglioso di aver promosso, da uomo delle istituzioni, la denuncia di fatti che mi sembravano sospetti, dando così la possibilità” ai pm “di fare piena luce sul rischio che soggetti che dovrebbero garantire la normale vita democratica, la mettano in pericolo”.
Poi Crosetto aggiunge: “Potrei finire qui, limitarmi a fare la vittima, ma non è giusto. In primis, perché si tratta di notizie relative a un’inchiesta in corso e trovo molto grave vederle pubblicate sui giornali. Lo voglio dire proprio perché, questa volta, la pubblicazione non avviene per attaccare un politico ma, al contrario, per parlare di un fatto gravissimo a suo danno, e lo dico da parte lesa”. “L’idea che qualcuno abbia potuto o possa costruire dossier su Crosetto come su Conte, su Renzi come su Meloni, su Gentiloni come su Salvini, non può essere accettata” perché è un attacco alla nostra democrazia.