Da collaboratore con uno stipendio milionario, il cui importo preciso non è neanche noto, a padrone della Rai. Sembra proprio che Bruno Vespa, malgrado resti un esterno, è sempre più al centro del servizio pubblico radiotelevisivo dove fa letteralmente ‘il bello e cattivo tempo’ senza che nessuno dica niente.
A Viale Mazzini mugugni su Vespa che spadroneggia in Rai. Anche chi parla di conflitto di interessi è ormai rassegnato allo strapotere del giornalista
Così accade che il giornalista, malgrado ascolti tutt’altro che da record collezionati negli ultimi anni, non solo ha ottenuto la striscia quotidiana che fu di Enzo Biagi ma ha potuto organizzare il ‘forum in masseria’ (leggi articolo sopra) nella sua tenuta realizzando quello che, evidentemente senza neanche accorgersene, assomiglia a un gigantesco spot pubblicitario visto che il logo della struttura è onnipresente e sempre in primo piano. Un evento che, ironia della sorte, non è appannaggio della Rai ma – intendiamoci in modo del tutto legittimo visto che Vespa alla fine della fiera è un collaboratore esterno – essendo aperto a tutti, ha portato ascolti anche e soprattutto alle reti avversarie.
Festival che, secondo quanto riferisce una fonte autorevole di viale Mazzini, ha scatenato “mugugni (in Rai, ndr) ma niente di più. Sembrano tutti abbastanza rassegnati al fatto che a Bruno Vespa sia concesso tutto. Lo ha fatto lo scorso anno, lo ha ribadito ancora. Il conflitto di interessi nel suo caso non esiste mai”. Ma la cosa che sta dando più fastidio, sempre secondo quanto riferiscono fonti ben informate a La Notizia, è il fatto che l’evento sembra più che altro un modo per promuovere – in modo forse inconsapevole ma che non cambia il risultato finale – un’attività extra giornalistica.
Il riferimento è proprio alla Masseria Li Reni, sul cui sito campeggia in bella vista il volto del conduttore, in cui è possibile pernottare, mangiare e perfino acquistare “i vini di Bruno Vespa”. Proprio sul punto i mal di pancia e le lamentele giunte all’orecchio de La Notizia sono inequivocabili visto che a viale Mazzini in tanti si chiedono cosa dicano “Rai pubblicità, l’ordine dei giornalisti” o la presidente del servio pubblico radiotelevisivo “Marinella Soldi che parla del media freedom act ma che su questo evento non dice nulla”. Silenzi che per molti sono il segno, inequivocabile ma non molto incoraggiante, sul percorso già intrapreso dalla nuova Rai a trazione sovranista.