Ora pure il Pd scopre che la doppia poltrona di Marcello Foa, presidente di Rai Spa e al tempo stesso della controllata RaiCom, è un problema. Una conclusione alla quale i dem sono arrivati, annunciando una risoluzione sulla vicenda, solo dopo che, da settimane e a più riprese, il vicepresidente della commissione di Vigilanza, Primo Di Nicola (M5S), aveva sollevato, proprio sulle colonne de La Notizia, la questione del doppio incarico del numero uno di Viale Mazzini e del relativo rischio di un possibile conflitto d’interessi.
Posizione, peraltro, ribadita ieri nel corso del seguito dell’audizione, a Palazzo San Macuto, dello stesso Foa e dell’ad Fabrizio Salini. “E’ noto che il presidente di Rai Spa è diventato anche presidente di RaiCom, società partecipata alla quale dovranno essere assegnati compiti e risorse, per realizzare tra l’altro il famoso canale in lingua inglese – ha ricordato Di Nicola nel suo intervento in Vigilanza -. In questo modo si rischia di configurare un fastidioso conflitto operativo e di interessi in capo ai vertici della Rai”.
E la ragione, secondo il senatore M5S, è semplice. “A decidere queste assegnazioni sarà anche il presidente di Rai Spa, a riceverle sarà il presidente Di RaiCom, in questo caso la medesima persona”, ha sottolineato Di Nicola. “è nota la battaglia del Movimento 5 Stelle contro i conflitti di interesse, sotto qualsiasi forma – ha aggiunto il numero due della commissione di Vigilanza -. Ho sostenuto la figura di Foa come presidente di garanzia, ma questo non era davvero previsto”. Ergo: “Chiediamo a Foa se non ritenga opportuno lasciare quella carica e, in caso contrario, di spiegare perché la sua figura sarebbe così fondamentale in RaiCom”.
Insomma, una richiesta di passo indietro che, però, il presidente della Rai non ha alcuna intenzione di fare. “L’ad mi ha chiesto di coprire l’incarico di presidente di RaiCom, che è un ruolo non operativo – ha risposto Foa -. Ho le stesse deleghe che ho in Rai e sono inferiori rispetto al passato. L’idea nasce dal fatto che RaiCom ha una spiccata vocazione internazionale ed io ho la delega alle questioni internazionali. E’ una questione di coerenza rispetto al mio mandato. Non vedo affatto un conflitto di interessi”. Conflitto negato, peraltro, anche da Salini. L’ad ha ricordato che il ministero dell’Economia “non ha ravvisato elementi ostativi” alla nomina di componenti del Cda Rai – e quindi dello stesso Foa, ma anche del consigliere Igor De Biasio (in quota Lega) – in società controllate, “confermando così l’assenza di un presunto divieto”.
Argomentazioni che non hanno convinto il Pd. “Foa non può sommare un incarico di garanzia con uno operativo come quello relativo alla presidenza di Raicom”, ha avvertito Davide Faraone, annunciando “a stretto giro” una risoluzione per sollevarlo dalla presidenza di RaiCom. E Di Nicola? Il senatore M5S non ha rilasciato dichiarazioni al termine dell’audizione. Ma chi ha avuto modo di parlargli, racconta di un vice presidente della Vigilanza “assolutamente insoddisfatto e sconcertato”, dall’atteggiamento di Foa.
“Non solo perché si è intestardito a tenere la presidenza di RaiCom ma anche perché – sono le sue parole riferite a La Notizia – così facendo sta creando imbarazzo e gettando discredito sulla Rai, esponendosi peraltro ad un voto di sfiducia in Vigilanza (sul secondo incarico, ndr)”. Magari proprio con la risoluzione annunciata dal Pd sulla quale i 5 Stelle potrebbero convergere. Almeno che Foa non decida di lasciare la presidenza di RaiCom.