Fuori dall’aula della Vigilanza, il vice presidente M5S della commissione, Primo Di Nicola , e il capogruppo pentastellato, Gianluigi Paragone, non se le mandano a dire. Punti di vista divergenti che fanno salire i toni, alla presenza di diversi componenti dell’organismo parlamentare di San Macuto, sulla controversa questione della doppia presidenza Rai e RaiCom di Marcello Foa. C’è chi – a cominciare da Di Nicola – considera irricevibili gli emendamenti della Lega alla risoluzione Cinque Stelle contro il doppio incarico del numero uno di Viale Mazzini. E chi – come Paragone – si mostra, invece, più accomodante di fronte alle richieste dell’alleato.
DI TUTTO, DI PIU’. Una vicenda, quella di Foa, che si trascina da settimane e sulla quale, secondo quanto risulta a La Notizia, in base al racconto di chi ha assistito all’accaduto, si è registrata una spaccatura tra i commissari M5S della Vigilanza. Le cui prime avvisaglie si erano già intraviste per strada, poco prima dell’inizio della seduta, fuori dalla sede della commissione, dove era cominciata la discussione. Poi proseguita all’interno fino a sfociare in una tesa votazione last minute, improvvisata tra gli stessi grillini nei corridoi di Palazzo San Macuto, che ha messo in minoranza chi, a cominciare dallo stesso Di Nicola, aveva sollevato per primo il problema del potenziale conflitto di interessi di Foa nel doppio ruolo di controllore (presidente Rai) e controllato (presidente della consociata RaiCom).
E che ieri era deciso ad andare fino in fondo e a votare la risoluzione, respingendo al mittente gli emendamenti proposti dalla Lega che disinnescavano, di fatto, la risoluzione M5S redatta dallo stesso Di Nicola. Una battaglia di principio sulla quale, però, i grillini si sono inspiegabilmente divisi. A fare da scintilla, la mediazione proposta dal leghista Massimiliano Capitanio, che proponeva di spostare dalla Vigilanza a Viale Mazzini la decisione sul destino di Foa, chiedendo ai vertici dell’azienda l’impegno a definire una volta per tutte la questione del doppio incarico alla luce dello Statuto Rai. Inaccettabile per Di Nicola, che, pur dando disponibilità a recepire l’emendamento, ha chiesto di integrare il testo dalla Lega impegnando la Rai a valutare di procedere ad un’ulteriore votazione per individuare un nuovo presidente di RaiCom.
Controfferta respinta dal Carroccio. è a questo punto che Paragone, secondo quanto ricostruito da La Notizia, avrebbe spinto per appoggiare l’emendamento della Lega. Di Nicola, però, non ha sentito ragioni: “Ma tu sei il capogruppo dei Cinque Stelle o della Lega?”, è sbottato prima di finire in minoranza. Passato qualche minuto, i grillini hanno deciso di abbandonare l’Aula. Mancando il numero legale, la seduta è stata rinviata tra le proteste delle opposizioni. Il presidente, Alberto Barachini, è furioso: “Informerò Fico e Casellati della gravità della situazione”. Poi, inaspettato, il contrordine: Di Nicola lo ha informato che i 5S sono pronti a votare la risoluzione, senza gli emendamenti della Lega.
Troppo tardi. Cosa sia successo per spingere la pattuglia pentastellata a cambiare idea difficile dirlo. Ordini superiori? Chissà. Contattati da La Notizia, Paragone e Di Nicola non hanno commentano l’accaduto. Di certo, il voto su Foa poteva essere l’occasione di restituire alla Lega il colpo basso appena incassato dai grillini sul salva-Radio Radicale approvato alla Camera col voto decisivo degli alleati. Invece i Cinque Stelle hanno rischiato di farsi imporre dal Carroccio pure il salvataggio della doppia poltrona di Foa. Pericolo scampato in extremis. Stavolta.