Chissà, forse nella Lega hanno sottovalutato il problema. E magari non si aspettavano di trovarsi di fronte al muro inscalfibile innalzato, mattone dopo mattone, avvertimento dopo avvertimento, dai Cinque Stelle nelle ultime settimane. Fatto sta che ora la doppia poltrona di Marcello Foa, presidente di Rai Spa e della controllata RaiCom, rischia di mettere in seria difficoltà i commissari del Carroccio in Vigilanza.
Dove “l’ostinata perseveranza con la quale Foa ha insistito nel voler cumulare la doppia presidenza”, come ironizzava l’altro giorno in un’intervista al nostro giornale il senatore M5S Primo Di Nicola – il primo a sollevare la questione del possibile conflitto d’interessi di Foa – ha partorito un vero e proprio “capolavoro politico”. Far “convergere sulla stessa posizione” M5S e Pd.
PASTICCIO LEGHISTA. Una convergenza che, dopo la risoluzione del Partito democratico (accodatosi al Movimento) per costringere il presidente della Rai a mollare la guida di RaiCom, ha messo in serio allarme le truppe leghiste in Vigilanza. Anche perché, da quanto risulta a La Notizia, ogni tentativo di convincere i Cinque Stelle a rivedere la propria posizione si sarebbe rivelato vano. Non solo.
Come anticipato dal nostro giornale, infatti, oltre al possibile conflitto di interessi di Foa, “controllore, in qualità di presidente di garanzia di Rai Spa, e controllato, in veste di presidente di RaiCom” – sono state le parole di Di Nicola – il vice presidente M5S della Vigilanza ha lanciato l’allarme anche su un’altra delicata questione: “Autorevoli giuristi affermano che il servizio pubblico affidato a Rai Spa abbia un carattere di esclusività e che pertanto non possa essere affidato a società diverse – anche partecipate – dalla stessa Rai.
Se tali rilievi si rivelassero fondati, dovendo Rai Spa assegnare a RaiCom importanti risorse economiche, un domani i vertici di Viale Mazzini potrebbero essere chiamati a rispondere di eventuali danni erariali”. E di fronte alla granitica la convinzione dei Cinque Stelle che le dimissioni di Foa dalla presidenza di RaiCom siano ormai l’unica soluzione, alla Lega non è rimasto che formalizzare ieri al presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, la richiesta di rinviare l’esame della risoluzione Pd in attesa di acquisire ulteriori elementi normativi utili alla decisione sul caso. Richiesta alla quale si è opposto il capogruppo dem in commissione, Davide Faraone: “è del tutto evidente la volontà di fare melina della Lega sulla vicenda del doppio incarico di Foa”.
Insomma, un pasticcio che rischia di mettere il Carroccio in serio imbarazzo. “Sono ormai diversi i parlamentari della Lega che hanno iniziato a storcere il naso davanti alla sordità di Foa di fronte alle richieste di un passo indietro – racconta a La Notizia un autorevole esponente M5S -. Abbiamo risolto il caso Siri senza spaccare il Governo, sarebbe assurdo se la maggioranza si spaccasse in Vigilanza sulla doppia poltrona di Foa”.
SORPRESA E PARADOSSI. E dal fronte di Viale Mazzini? Dalle Relazioni istituzionali della Rai, che fanno capo all’Ad, Fabrizio Salini, è stata trasmessa il 6 maggio scorso a San Macuto una lettera che il dem Michele Anzaldi ha definito “imbarazzante”. Nell’appunto allegato si sostiene che “non è stato conferito dal Consiglio di RaiCom alcun incarico operativo” a Foa e che “tutte le deleghe gestionali, non riservate collegialmente al Consiglio, sono state attribuite all’amministratore delegato Maggioni”.
Si cita poi il “riscontro positivo” del Mef che non ha ravvisato “elementi ostativi alle designazioni delle candidature individuate”, tra cui quella dello stesso Foa, per la presidenza di RaiCom. E, infine, si elenca una serie di precedenti a sostegno della legittimità del doppio incarico. Insomma, dopo averlo fatto in audizione l’Ad Salini (indicato dai 5 Stelle) difende pure per iscritto il doppio incarico di Foa (designato dalla Lega), contro il quale i 5 Stelle stanno facendo muro. “Paradossale”, sussurra più di qualcuno tra i grillini.