Passano gli anni ma in Italia non tramontano le cattive abitudini in fatto di rifiuti. Semmai quel che sta mutando è la geografia dei reati ambientali e, soprattutto, quella del traffico e dello smaltimento illecito dell’immondizia. Temi annosi che sembravano esclusivi del sud Italia ma che da qualche anno riguardano anche il nord del Paese. Ne è una testimonianza diretta quanto accaduto ieri dove quattro persone sono state condannate, a pene fino a 6 anni e 6 mesi di carcere, per traffico illecito di rifiuti stoccati e poi andati a fuoco, il 14 ottobre 2018, in un deposito di Milano.
Si tratta del famigerato rogo di un gigantesco capannone da 13mila metri cubi, nel quartiere Bovisasca, colmo di rifiuti e da cui si sollevò una colonna di fumo nero, alta un chilometro, che per giorni rese l’aria del capoluogo lombardo irrespirabile a causa di valori di diossina letteralmente fuori scala. Un caso dal quale, come messo nero su bianco dal gip Giusy Barbara, emergeva l’esistenza di un traffico illecito di rifiuti indifferenziati provenienti da Napoli e Salerno. Insomma una vicenda che mostra come le Ecomafie abbiano puntato e investito massicciamente sulla Lombardia.
Qualcuno potrebbe storcere la bocca pensando che sia l’ennesima esagerazione giornalistica ma la realtà è che, dati alla mano, la questione è seria. Così non deve sorprendere se, a febbraio e davanti alla Commissione Ecomafie, il comandante nazionale dei vigili del fuoco, Fabio Dattilo, descriveva uno scenario inedito e da incubo per il nostro Paese. Dopo 25 anni di dominio incontrastato di roghi tossici avvenuti tra Napoli, Roma e Palermo, ossia le province in cui è stato necessario il maggior numero di interventi, qualcosa è decisamente cambiato. Ora i nuovi feudi dei roghi tossici e illeciti, come spiegato dal vertice dei vigili del fuoco, in questa non lusinghiera top tre è passato alle province di Roma, Reggio Calabria e, in modo del tutto insospettabile, Milano. Un dato che, trova conferma anche nell’ultimo rapporto sulle ecomafie di Legambiente, pubblicato a luglio scorso.
Analizzando i dati regione per regione, emerge che le situazioni maggiormente critiche restano ancora legate al sud Italia dove in quattro regioni, ossia Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, vengono commessi il 45% degli ecoreati dell’intero Paese. Però, ecco la conferma di come stia evolvendo la situazione, è la Lombardia, recentemente funestata da innumerevoli incendi dolosi finalizzati allo smaltimento abusivo dei rifiuti, che strappa lo scettro di regione del nord più colpita dalle ecomafie e, conclude il report, anche il settimo posto a livello nazionale. A spingere le Ecomafie al nord c’è un giro d’affari mostruoso, vicino ai 17 miliardi di euro, diventato difficile da portare avanti al Sud. Così le organizzazioni criminali, per eludere la presenza dello Stato in zone come la terra dei fuochi, ha investito sulla Lombardia, assai meno controllata, trasformando Milano nella nuova El Dorado delle Ecomafie.