Continua il gioco allo scaricabarile del Governo sulla strage di migranti che si è consumata a Cutro domenica 26 febbraio, provocando decine di morti tra cui molte donne e bambini. I punti su cui fare chiarezza sono ancora tanti e il dubbio che l’esecutivo si sia volontariamente macchiato di un mancato soccorso a spese della vita dei migranti si fa sempre più pressante. Mentre in Parlamento vengono chieste verifiche e chiarimenti dalle opposizioni, il premier Giorgia Meloni è intervenuto sul dramma durante un punto stampa organizzato ad Abu Dhabi. Nel mirino della Meloni, Frontex.
Meloni punta il dito contro Frontex e annuncia un Cdm a Cutro
“La situazione è semplice nella sua drammaticità: non ci sono arrivate indicazioni di emergenza da Frontex. La rotta, inoltre, non è coperta dalle organizzazioni non governative e nulla dunque hanno a che fare con le politiche del governo. Nonostante noi lavoriamo per fermare i flussi illegali, abbiamo continuato a salvare tutte le persone. Questa è la storia”, ha affermato il premier. “Io davvero non credo ci siano materie su cui esagerare così per colpire ciò che si considera un proprio avversario”.
Meloni, poi, ha risposto anche alle domande dei cronisti che le hanno chiesto di commentare l’appello firmato dal sindaco di Crotone Vincenzo Voce. Il primo cittadino di Crotone ha scritto che la “comunità crotonese colpita da un dolore enorme” ha aspettato invano per una settimana un messaggio del presidente del Consiglio, “una sua telefonata, un suo cenno”. A sette giorni di distanza dal naufragio che è costato la vita ad almeno 69 persone, Voce ha chiesto al premier di recarsi a Cutro “da madre” a vedere “i corpi dei bambini morti”.
La replica di Meloni alle parole del sindaco è arrivata da Abu Dhabi. “La lettera del sindaco di Crotone non l’ho letta tutta. Posso solo dire che sono rimasta colpita dalle ricostruzioni di questi giorni. Queste persone non erano nella condizione di essere salvate da qualcuno che non ha voluto salvarle, come purtroppo, mi pare, qualcuno vuole raccontare”, ha detto. E ha aggiunto: “Io ho valutato qualcosa di più e cioè di celebrare il prossimo Cdm a Cutro sull’immigrazione – e ha ribadito –. Ma davvero, in coscienza, c’è qualcuno che ritiene che il Governo abbia volutamente fatto morire 60 persone? Vi prego, siamo un minimo seri”.
Dopo l’attacco a Frontex e l’idea del Cdm a Cutro, Meloni fa sue le parole del Papa
Dall’attacco a Frontex e dall’idea del Cdm a Cutro, Meloni passa al Papa. Nel primo pomeriggio di domenica 5 marzo, poi, Meloni ha postato un messaggio su Facebook, facendo riferimento alle parole pronunciate da Papa Francesco in merito alla strage di migranti che si è consumata a Cutro. Il Pontefice ha espresso il proprio dolore per le vittime del naufragio e ha lanciato un appello affinché simili tragedie cessino di esistere. “I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte. Rinnovo il mio appello affinché non si ripetano simili tragedie. I trafficanti di esseri umani siano fermati e non dispongano della vita di tanti innocenti”, ha detto il Papa.
“Le parole del Santo Padre rappresentano un grande richiamo per tutte le Istituzioni”, ha commentato il premier sul suo account Facebook. “Come Governo le facciamo nostre, continuando a impiegare tutte le forze necessarie per combattere i trafficanti di esseri umani e fermare le morti in mare”, ha aggiunto.
Il messaggio comparso sui social della Meloni arriva dopo l’invito del Papa a fermare i trafficanti di esseri umani e a sole poche ore di distanza dalla decisione del premier di organizzare un Consiglio dei ministri sull’immigrazione a Cutro, annunciata durante un punto stampa che si è tenuto ad Abu Dhabi.
Tajani rilancia sull’immigrazione: serve un decreto flussi a livello Ue
Sul tema dell’immigrazione, in occasione di un’intervista rilasciata a Il Messaggero, è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, reduce dalla missione in India e ad Abu Dhabi con il premier Meloni.
“L’Italia da sola non può farsi carico di tutti i problemi del Mediterraneo. Abbiamo parlato di un piano Mattei che poi è un piano Marshall per l’Africa, l’Europa deve investire di più sui progetti in quei Paesi, per evitare che le persone siano obbligate a partire. Interventi per la pace nella regione sub sahariana, sul cambiamento climatico, sulla lotta alle malattie e al terrorismo”, ha detto il titolare della Farnesina durante l’intervista.
Facendo riferimento al decreto flussi per l’ingresso degli immigranti regolari in Italia, poi, il ministro ha affermato che “stabilire i flussi europei, da parte della Ue, sarebbe fondamentale. Anche con un serie di accordi con gli Stati e meccanismi premiali per chi è più virtuoso”. Solo in questo modo, secondo il vicepremier, “aumenteremo le quote degli immigrati regolari per quegli Stati che combattono meglio il fenomeno degli irregolari, facendo tornare indietro o non facendo partire i barconi degli scafisti. Sicuramente meno irregolari ci sono e più vite si salvano. Ma è una questione che va affrontata alla radice: i criminali vanno combattuti con forza togliendo i motori alle barche degli scafisti ma anche lavorando per sostenere le economie dei Paesi maggiormente in difficoltà”.
Infine, Tajani ha anche dichiarato: “È necessario agire per la stabilizzazione dell’Africa. Perché le guerre creano nuovi esodi. Abbiamo chiesto agli Emirati una mano per la Tunisia e per la Libia, dove sono influenti. Sulla Tunisia ci sono anche gli aiuti del Fondo monetario internazionale. Sempre a Tunisi è stata in missione l’ambasciatrice Teresa Castaldo, direttore generale della cooperazione allo sviluppo: l’Italia impegnerà 100 milioni per la cooperazione. La Libia? Il confronto politico è ripreso, siamo in contatto con tutte le parti, in un ruolo di mediazione”.