Dopo la produzione crolla pure il fatturato: la crisi nera dell’industria italiana

Dopo i 18 cali consecutivi della produzione, continua a scendere anche il fatturato: la crisi nera dell'industria italiana prosegue.

Dopo la produzione crolla pure il fatturato: la crisi nera dell’industria italiana

Non bastava l’ennesimo calo della produzione industriale. Ora arriva anche il calo del fatturato dell’industria, che conferma un quadro in peggioramento. L’Italia risente, sicuramente, della recessione in Germania, con la domanda interna del nostro Paese che ormai non è più sufficiente per contrastare il calo delle commesse estere. L’ottimismo del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che si dice fiducioso sulla “resilienza” dell’Italia, si scontra ancora una volta con la realtà dei dati.

Industria in crisi: dopo la produzione tocca pure al fatturato

L’Istat ha diramato gli ultimi dati sui fatturati dell’industria di luglio: il calo è dello 0,4% rispetto a giugno e addirittura del 4,7% su base annua. Si tratta della terza flessione consecutiva del dato congiunturale.

Una piccola consolazione arriva dai dati dei servizi, che a luglio hanno registrato un fatturato in crescita dell’1,9% rispetto a giugno e del 4,4% rispetto allo scorso anno. A pesare, sul dato generale, è il calo dei fatturati realizzati con l’estero: fa segnare una discesa del 2,4% rispetto a giugno e del 4,6% rispetto a un anno fa.

Proprio Urso cerca di dare una spiegazione a questo dato: “La caduta della produzione industriale e dei fatturati dell’industria manifatturiera sono la diretta conseguenza della stagnazione, anzi della recessione, della Germania, che è il nostro principale partner”. In più pesano le guerre in atto, tanto in Ucraina quanto in Medio Oriente.

Certo, andrebbe ricordato che la situazione della produzione industriale, per esempio, non è legata solamente ai conflitti in corso, considerando che a luglio l’istituto di statistica aveva registrato, proprio negli scorsi giorni, il diciottesimo calo consecutivo. Un tracollo iniziato ben prima, per esempio, degli attacchi israeliani a Gaza che hanno fatto seguito agli attentati del 7 ottobre di Hamas.

Molto meno ottimisti di Urso sono, infatti, i consumatori. Per l’Unione dei consumatori si tratta di dati “allarmanti”, anche perché riguardano pure i beni di consumo (-1,4%). Il Codacons sottolinea come i numeri certifichino “la crisi della nostra industria e la necessità di intervenire sul fronte del potere d’acquisto delle famiglie e dei consumi”.

Infine, un ultimo dato riguarda i prezzi della produzione industriale: ad agosto, in questo caso, si registra un aumento dello 0,7% rispetto al mese precedente, mentre rispetto all’anno precedente si ha una flessione dello 0,8%. Infine, dopo quasi un anno e mezzo di variazioni tendenziali negative, tornano a crescere sul mercato interno i prezzi della fornitura di energia elettrica e gas.