La voce ha iniziato a girare in Parlamento un minuto dopo il via libera definitivo al Rosatellum bis, che il Governo ha scelto di blindare con la fiducia pure al Senato. E parla di un accordo praticamente già chiuso tra la maggioranza e Ala, il partito di Denis Verdini risultato decisivo mercoledì proprio sulla legge elettorale per garantire il numero legale durante i voti sugli articoli 3 e 5 del nuovo sistema che porta il nome del capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato. Cosa prevedrebbe il suddetto accordo? Lo “sbarco”, potremmo definirlo proprio così, del senatore verdiniano Ciro Falanga al consiglio di presidenza della Corte dei Conti, il cui mandato – della durata di 4 anni – è scaduto il 15 ottobre.
L’indiscrezione, raccontata a La Notizia da un importante esponente di maggioranza, ha trovato riscontro non solo in ambienti parlamentari, ma anche andando a leggere i requisiti che servono per potersi sedere sull’ambita poltrona, che vale uno stipendio da circa 6mila euro al mese. La regola dice infatti che il consiglio di presidenza della magistratura contabile è composto, fra gli altri, anche “da quattro membri eletti, due dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, tra i professori ordinari in materie giuridiche o gli avvocati con venti anni di esercizio professionale”. Falanga, oltre che il senatore (è alla seconda legislatura dopo la scorsa passata a Montecitorio), di mestiere fa proprio l’avvocato a Torre del Greco, il comune in provincia di Napoli che è pure la città che 66 anni fa gli ha dato i natali. Non è un caso, viene quindi da pensare, se proprio ieri l’ex plenipotenziario di Silvio Berlusconi, entrato a tutti gli effetti in maggioranza, abbia rivendicato tonitruante il ruolo “salvifico” svolto da Ala in questi giorni, dicendosi pronto a sostenere anche gli altri provvedimenti rimasti al palo: dal biotestamento allo Ius soli.
In questa legislatura, chi ha buona memoria se lo ricorderà, il nome di Falanga è legato a un controverso disegno di legge poi affossato dopo ripetuti passaggi fra Camera e Senato. Quello sul cosiddetto “abusivismo di necessità”, pesantemente osteggiato dagli ambientalisti che a più riprese l’hanno bollato come un “condono mascherato”. In sostanza, il ddl detta i criteri di priorità per abbattere le case abusive: prima quelle non stabilmente abitate, per esempio in costruzione, poi tutte le altre. Contattato da La Notizia sul suo possibile nuovo incarico, l’interessato ha tagliato corto: “È una notizia che mi sta dando lei per la prima volta, arrivederci”. Vedremo. Gli altri nomi che circolano sempre per il consiglio di presidenza delle Corte dei Conti, oltre a Falanga, sono quelli di Francesco Saverio Marini (figlio di Annibale, presidente emerito della Consulta) in quota Forza Italia e Antonio Marotta (Ap), pure lui avvocato. Il Parlamento voterà nelle prossime settimane.
Tw: @GiorgioVelardi