“Non sono io che lascio, ma è Forza Italia, o meglio quel che ne è rimasto, che ha lasciato se stessa e ha rinnegato la sua storia. Non votando la fiducia a Mario Draghi, il mio partito ha deviato dai valori fondanti della sua cultura: l’europeismo, l’atlantismo, il liberalismo, l’economia sociale di mercato, l’equità”. È quanto ha annunciato in una nota il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, lasciando Forza Italia, come aveva già fatto ieri, la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini.
Brunetta saluta il partito di Berlusconi: “Non sono io che lascio, ma è Forza Italia che ha lasciato se stessa”
“I cardini della storia gloriosa del Partito popolare europeo – ha aggiunto Brunetta -, a cui mi onoro di essere iscritto, integralmente recepiti nell’agenda Draghi e nel pragmatismo visionario del Pnrr. Sono fiero di aver servito l’Italia da ministro di questo Governo. Sono degli irresponsabili coloro che hanno scelto di anteporre l’interesse di parte all’interesse del Paese, in un momento così grave”.
I vertici sempre più ristretti di Forza Italia si sono appiattiti sul peggior populismo sovranista, sacrificando un campione come Draghi, orgoglio italiano nel mondo, sull’altare del più miope opportunismo elettorale”, aggiunge Renato Brunetta.
“Io rimango dalla stessa parte – scrive ancora il ministro -: dalla parte dei tanti cittadini increduli che mi stanno scrivendo e chiamando, gli stessi che nei giorni scorsi si sono appellati a Draghi perché rimanesse alla guida del Governo. Io non cambio, è Forza Italia che è cambiata. Mi batterò ora perché la sua cultura, i suoi valori e le sue migliori energie liberali e moderate non vadano perduti e confluiscano in un’unione repubblicana, saldamente ancorata all’euroatlantismo”.
“Perché dobbiamo contrastare la deriva di un sistema politico privo degli anticorpi per emanciparsi dal populismo e dall’estremismo – conclude Brunetta -, piegato a chi lavora per modificare gli equilibri geopolitici, anche indebolendo l’alleanza occidentale a sostegno dell’Ucraina. È una battaglia per il futuro che coincide con la difesa della mia storia, e di quella di Forza Italia”.
Gelmini: “Non potevo restare un minuto in più in un partito che non riconosco”
“Non potevo restare un minuto in più in un partito che non riconosco” ha detto al Corriere la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini raccontando perché ha lasciato Forza Italia subito dopo il voto di ieri a Palazzo Madama.
“Quello che è successo ieri è gravissimo – afferma Gelmini – La crisi si era aperta a causa delle convulsioni del M5s: non era facile riuscire a prendersi la responsabilità di portare il Paese al voto in mezzo a una crisi senza precedenti. La FI che ho conosciuto in questi venticinque anni di militanza e di impegno politico, sarebbe stata dalla parte di Mario Draghi, che ha fatto un ottimo lavoro, è un convinto europeista, e che certo non è di sinistra. Lega e FI il governo lo hanno sempre sopportato e non supportato”.
In mattinata anche Andrea Cangini aveva lasciato Forza Italia. Lo ha confermato lo stesso senatore azzurro, che ieri aveva votato la fiducia al governo Draghi in dissenso dal partito restando in aula a differenza dagli altri forzisti. “Sono consapevole del fatto che, rinnovando la fiducia al presidente del Consiglio in coerenza con quanto detto e fatto da Forza Italia fino a due giorni fa, mi sarei messo automaticamente fuori dal partito”, ha aggiunto.