Chiudere la legislatura entro il 2017. Matteo Renzi, forte della vittoria alle primarie del Partito democratico, ha in mente un piano chiaro: giocarsi le chance di vittoria alle elezioni, invitando Paolo Gentiloni a farsi da parte dopo la comparsata a Palazzo Chigi. La conferma a segretario del Pd ha convinto il Rottamatore di avere delle chance di vittoria alle urne, ricoprendo il ruolo di “argine” contro il Movimento 5 Stelle per rassicurare gli italiani.
Il ministro delle Politiche agricole e prossimo vicesegretario dem, Maurizio Martina, ha cercato di smorzare i toni, parlando di una sicura tenuta dell’Esecutivo fino al 2018. Ma Renzi ha fretta: a settembre potrebbe superare la reticenza di molti Onorevoli a lasciare lo scranno parlamentare prima di maturare i diritti per la pensione. Insomma, un ostacolo in meno. Il percorso verso la crisi di Governo, comunque, non prevede strappi clamorosi. Il leader del Pd non vuole incrinare il rapporto con il premier in carica, che è stato un campione di lealtà nei suoi confronti, facendo massima attenzione a evitare possibili frizioni o polemiche.
Quindi qual è il possibile casus belli? La soluzione migliore sarebbe l’incidente parlamentare con uno degli alleati della maggioranza, tipo l’Alternativa popolare di Angelino Alfano che ha la necessità di riposizionarsi in ottica elettorale. L’alternativa è quella del passo indietro volontario di Gentiloni: con l’approvazione della legge elettorale, vista dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come condizione necessaria per lo scioglimento delle Camera, il premier potrebbe “spontaneamente” rimettere l’incarico, avviando le procedure per un un voto da mettere in calendario a fine settembre, prima dell’iter della Legge di Stabilità. Sì, perché dalle parti del Pd hanno fatto un ragionamento chiaro: la prossima manovra sarà molto dolorosa. Non proprio l’ideale prima di andare alle elezioni…