La minaccia del terrorismo internazionale torna a preoccupare gli Stati Uniti. L’esplosione di sabato sera a New York, che ha provocato 29 feriti non gravi a Manhattan, è arrivata poche ore dopo l’accoltellamento di otto persone avvenuta in Minnesota. E poco dopo è stata ritrovata una bomba vicino ai binari ferroviari della stazione di Elizabeth, New Jersey: la tratta conduce all’aeroporto di Newark.
L’Fbi ha diramato la notizia secondo cui cinque persone sospette sono state fermate durante la notte ad un posto di blocco nei pressi del ponte di Verrazano che unisce Brooklyn a Staten Island, sono residenti ad Elizabeth, la cittadina nello Stato del New Jersey dove ieri é stato trovato lo zaino con cinque ordigni esplosivi. Gli inquirenti hanno confermato che gli arresti sono legati alle indagini sull’esplosione nel quartiere di Chelsea a Manhattan, che ha provocato 29 feriti. A bordo del suv dei fermati ci sarebbero state delle armi.
Diversi funzionari di polizia temono che una cellula terroristica attiva composta da più persone possa essere al lavoro nell’area di New York e New Jersey: lo riporta la Nbc News citando gli stessi ufficiali.
Intanto le indagini sui fatti di New York hanno confermato le prime ipotesi: l’ordigno, una pentola a pressione piena di chiodi collegata a cavi elettrici, era stato sistemato in un cassonetto per passare inosservato. Per come è stato costruito, l’obiettivo era quello di uccidere il numero più alto di persone possibile. Sulla matrice, però, c’è ancora incertezza: “È stato un episodio molto grave e sicuramente intenzionale. Ma per il momento non ci sono prove credibili di legami con il terrorismo, né emergono minacce specifiche per la nostra città”, ha dichiarato il sindaco di New York, Bill De Blasio. Il capo della polizia, James O’Neill, ha fornito qualche ulteriore dettaglio: “Ci sono due scene del crimine separate, stiamo facendo indagini su un evento molto complesso”, . “Non abbiamo informazioni sufficienti per arrivare a conclusioni definitive ma abbiamo ritrovato dei video che riprendono la zona interessate”. E quindi “accresceremo l’apparato di sicurezza e verificheremo ogni segnalazione”, ha sottolineato O’Neill.
La preoccupazione per la sicurezza è piombata in piena campagna elettorale. Il candidato repubblicano, Donald Trump, ha subito promesso un intervento pesante: “Viviamo in un momento in cui dobbiamo usare le maniere forti. Dobbiamo usare le maniere molto, molto, molto forti”. Molto più prudente la posizione dell’avversaria, Hillary Clinton, che ha sottolineato la necessità di conoscere l’esito delle indagini prima di esprimere un giudizio. In ogni caso le rivendicazioni degli attacchi in Minnesota dovrebbe bastare a “convincerci a difendere gli Usa e a sconfiggere l’Isis”.