Quella di ieri è stata una giornata complicata per il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che ha dovuto fare gli straordinari in Aula per sopperire alle assenze al question time di Daniela Santanché sulla vicenda delle concessioni balneari e di Matteo Salvini chiamato a riferire sulla vicenda delle concessioni sospette di Anas (di cui è del tutto estraneo ai fatti, ndr). Proprio in relazione all’indagine, Ciriani ha spiegato che questa “si trova, allo stato, in fase istruttoria, essendo tuttora in corso le indagini preliminari, nell’ambito delle quali sono state disposte misure cautelari. È doveroso aggiungere, peraltro, che i fatti riportati dagli organi di stampa si riferiscono ad anni in cui l’attuale Governo non era in carica e che l’attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (Salvini, ndr) non risulta in alcun modo coinvolto nell’indagine in corso”.
Poi, continuando a rispondere all’interrogazione di M5S sul caso Anas, in vece del leader leghista, ha spiegato che “sulla base delle informazioni acquisite da Anas si rappresenta che, in concomitanza con la notifica delle misure interdittive, i dipendenti attinti da tali provvedimenti sono stati sospesi” e che “Anas si riserva di assumere ogni eventuale ulteriore iniziativa”. Poi Ciriani ha spiegato che “in merito ai presidi in materia di anticorruzione adottati da Anas, si ricorda che il mutamento della natura giuridica di Anas – disposto nel mese di gennaio 2018, in attuazione dell’articolo 49, comma 2, del decreto-legge n. 50 del 2017 – ha comportato l’esclusione della Società dall’applicazione delle specifiche disposizioni in tema di anticorruzione e trasparenza, destinate alle pubbliche amministrazioni e alle società in controllo pubblico. Ciononostante, la Società ha in ogni caso adottato un modello volontaristico di sottoposizione agli obblighi in materia di anticorruzione e trasparenza (…) per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza”.
L’assenza di Salvini, una storia già vista
Assenza di Salvini all’interrogazione in Aula a lui rivolta che per lui non è di certo un inedito. Già al tempo del governo gialloverde, quando dilagava il presunto scandalo dell’hotel Metropolitan che coinvolgeva alcuni suoi fedelissimi, aveva dato forfait delegando l’allora premier Giuseppe Conte per smentire le accuse. Inchiesta che, è bene ricordarlo, alla fine si è conclusa con l’archiviazione del procedimento sulla presunta trattativa, avvenuta nel lussuoso albergo di Mosca il 18 ottobre 2018, tra il presidente dell’associazione LombardiaRussia Gianluca Savoini, l’avvocato Gianluca Meranda, l’ex bancario Francesco Vannucci e tre presunti intermediari russi su una compravendita di petrolio che, stando ad un audio, avrebbe dovuto avere lo scopo di alimentare con 65 milioni di dollari le casse della Lega.