La riforma dell’Irpef è stata un mezzo disastro: accorpare le due aliquote ha portato benefici minimi, in molti casi di 4-5 euro al mese. Una riforma costosa ma quasi inutile, soprattutto per i redditi più bassi. E che ha escluso, invece, chi guadagna molto di più. Così ora il governo vuole pensare proprio a loro, ovvero a chi ha redditi superiori ai 50mila euro. Gli stessi lavoratori che non hanno avuto alcun beneficio della riforma fiscale.
Ad annunciare questo intervento, forse già nel 2025, è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, colui che si è occupato della riforma fiscale. A suo giudizio le tre aliquote attuali penalizzano le “classi medie”. Dove, per classe medie, in realtà intende i benestanti, ovvero chi guadagna più di 50mila euro l’anno. Perché il beneficio massimo (comunque nulla di eclatante) l’ha avuto proprio la classe media, per esempio chi guadagna sui 35-40mila euro e ne avrà 260 in più in busta paga in tutto il 2024.
Per Leo i soldi per aiutare chi guadagna più di 50mila euro si possono trovare attraverso il concordato preventivo biennale. Anche se sembra difficile, considerando che parliamo di una misura che probabilmente permetterà a molti contribuenti di pagare meno tasse e non di più. Leo, comunque, conta di raccogliere 1,8 miliardi proprio grazie al concordato preventivo, anche se non è chiaro in che modo.
La riforma dell’Irpef: il governo vuole aiutare i redditi più alti
Il ragionamento del governo è che la riforma dell’Irpef appena entrata in vigore non comporta vantaggi per chi guadagna più di 50mila euro, in quanto il beneficio teorico da 260 euro l’anno viene annullato sopra questa soglia. Ora, però, Leo vuole pensare a una riforma che agevoli chi paga oggi l’aliquota del 43% (quindi i redditi sopra i 50mila euro).
Resta fermo l’obiettivo finale, di legislatura, di ridurre prima l’Irpef a due aliquote e poi addirittura a una sola. Ma per il momento ci si accontenta di fare un favore a chi guadagna di più, regalandogli qualcosa in busta paga. Perché il ragionamento di Leo è che l’aliquota del 43% “è molto pesante e induce l’evasione”. E così, a suo giudizio, facendo pagare meno tasse a chi ha di più l’evasione si riduce. Peccato che chi le tasse le paga e ha redditi bassi si deve accontentare dei 4-5 euro in più al mese di quest’anno.