“I lavori di realizzazione del Mose a Venezia sono stati uno dei più grandi scandali del nostro Paese. Ma e’ stato grazie all’attività di denuncia e alla tenacia del MoVimento 5 Stelle se questa vicenda è finita nei tribunali e se quelli che hanno intascato soldi e tangenti, e tra questi l’ex presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, sono stati condannati. Il Mose non è un’opera risolutiva per l’acqua alta in Laguna ma è un’opera che ci permetterà di prendere tempo e contrastare il cambiamento climatico che provoca l’innalzamento dei mari e l’aumento dei fenomeni delle alte maree”. E’ costato circa 6 miliardi di euro e, a 17 anni dalla posa della prima pietra, oggi finalmente ha avuto la prova generale dimostrandone il funzionamento”. E’ quanto scrive in un post su Facebook, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà.
“E’ grazie al governo Conte – ha aggiunto l’esponente M5S – se si è dato un impulso ai lavori per il completamento e se nel giro di alcuni mesi potrà essere impiegato per evitare che si verifichino di nuovo eventi come l’acqua alta del novembre dello scorso anno che hanno messo a rischio Venezia e il suo patrimonio artistico, culturale e ambientale, inestimabile e unico al Mondo. Tengo a ribadire che il nostro impegno come M5S continuerà, vigileremo ed imporremo politiche diverse sul piano ambientale, per evitare che, di nuovo, la cosa pubblica diventi terreno per far proliferare opacità, sprechi e corruzione. E lo faremo grazie a leggi come la Spazzacorrotti. Per questo oggi ho deciso di essere presente alle prove tecniche di funzionamento e per questo continuerò a verificare personalmente come procederà il completamento dei lavori del Mose fino alla sua definitiva messa in funzione”.