Nessuna protezione. Per le donne vittime di violenza di genere nella Capitale mancano i posti letto nelle case rifugio. Quei luoghi, con indirizzi segreti, in cui possono andare, nel completo anonimato, per essere ospitate e fuggire dai compagni o da altre persone violente, ricevendo supporto legale e psicologico. Secondo la Convenzione di Istanbul dovrebbe essere garantito un posto (con due letti, uno per la donna e l’altro per l’eventuale figlio) ogni 10mila abitanti. A Roma non è assolutamente così: tra strutture comunali e regionali ci sono cinque case rifugio, per un totale di circa 50 posti letto, come racconta il Messaggero. Una cifra quasi irrilevante, di fronte a una popolazione di 2,8 milioni di abitanti.
Servirebbero almeno 300 posti. Invece ci sono meno case rifugio a Roma rispetto a città più piccole come Milano o Napoli
Servirebbero almeno 300 posti. Invece ci sono meno case rifugio rispetto a città più piccole come Milano (dove se ne contano nove) o Napoli (sei). L’ovvia conseguenza è che le strutture della Capitale sono sempre piene e per le donne vittime di violenza che hanno urgenza di lasciare la propria abitazione per ottenere un rifugio, trovare un posto libero è un’impresa disperata, con tanto di liste d’attesa. Le associazioni che gestiscono queste strutture a Roma da tempo denunciano la situazione difficile, spiegando di essere anche costrette a dire di no alle richieste (che arrivano dalle forze dell’ordine) proprio per la mancanza di posti. Secondo i dati del Campidoglio, nelle tre case gestite dal Comune attraverso l’affidamento al terzo settore, ci sono 112 utenti, tra donne e bambini. Le domande, tra l’altro, in molti casi non hanno trovato accoglimento per la mancanza di posti: si parla, secondo le associazioni, di 68 richieste respinte.
Quella delle case rifugio è un’emergenza che, per la consigliera capitolina del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi, “non nasce certo oggi”. L’ex sindaca racconta: “Proprio due anni fa il Pd capitolino ha negato una svolta significativa in tal senso decidendo, del tutto inspiegabilmente, di bocciare la nostra mozione con cui chiedevamo di far fronte a tale problematica attraverso specifici accordi con le associazioni romane maggiormente rappresentative del settore ricettivo, alberghiero ed extra alberghiero volti a garantire alloggi per 24/48 ore alle donne che fuggivano dai maltrattamenti dei loro compagni”.
L’ex sindaca Raggi accusa il Pd di aver bocciato una mozione che prevedeva accordi con le associazioni
Raggi torna così a ricordare un caso che ha riguardato in prima persona la consigliera Stefania Balsamà, recentemente scomparsa, facendo riferimento alla richiesta che nasceva da un caso reale che spinse la stessa Balsamà “a pagare di tasca propria l’alloggio per una mamma e una figlia che avevano deciso di scappare dalle violenze mettendole in sicurezza per 48 ore, il tempo necessario a trovare una collocazione adeguata all’interno dei circuiti istituzionali”. Questa soluzione-ponte “avrebbe consentito di accogliere immediatamente tutte le donne che scappavano dalle violenze per gestire, con maggiore calma, la presa in carico delle stesse da parte dei Centri antiviolenza. E invece no: si continuano a respingere le donne che, con difficoltà, decidono di fuggire dai soprusi domestici solo perché non ci sono sufficienti posti, tradendole doppiamente”.
Per Raggi “quella bocciatura in commissione Pari opportunità, alla luce dei casi purtroppo sempre crescenti di violenze sulle donne, oggi fa ancora più male. A questo punto auspichiamo che la giunta Gualtieri pervenga a una piena presa di coscienza sul tema e si decida ad agire concretamente nell’interesse delle donne vittime di violenza, rispetto alle quali si è voluto perdere tempo per biechi posizionamenti politici che nulla hanno a che vedere con la reale risoluzione dei problemi”.