Scadrà alle 23,59 di domani l’avviso pubblico del Comune di Milano “per la raccolta di manifestazioni di interesse relative al compendio immobiliare della Grande Funzione Urbana (GFU) “San Siro”, comprensivo dello Stadio Giuseppe Meazza”. E probabilmente a Palazzo Marino alle 23,59 di domani non sarà arrivata alcuna risposta. Perché nessuno è nelle condizioni materiali di poter presentare “proposte migliorative rispetto alla proposta presentata dalle società F.C. Internazionale Milano S.p.A. e A.C. Milan S.p.A. lo scorso 11 marzo”.
Un bando “su misura”
Quel bando, infatti, per dirla con le parole del consigliere comunale Enrico Fedrighini, è “tagliato su misura” per i due club. Tempi e modi dell’Avviso, aveva detto Fedrighini in Consiglio comunale, erano stati studiati da Palazzo Marino per assicurare che la “rigenerazione dell’ambito San Siro, la costruzione di un nuovo stadio, la rifunzionalizzazione dell’attuale impianto e lo sviluppo di uno scenario di riqualificazione”, fossero appannaggio solo dei due fondi di investimento.
J’accuse del promoter Trotta
E che nessun player alternativo potesse farsi avanti lo aveva messo nero su bianco anche il promoter di concerti Claudio Trotta nella sua lettera aperta a Beppe Sala. Il fondatore di Barley Arts, confessando l’intenzione di presentare un’offerta per la rifunzionalizzazione dello stadio insieme ad alcuni possibili soci, aveva accusato sindaco e giunta di non essere interessati al salvataggio dello stadio Meazza, ma a un progetto immobiliare molto più ampio, che prevede la cessione di una intera fetta di città.
“Non si parla” scriveva infatti Trotta, “di valorizzare un bene pubblico iconico, ma di una operazione immobiliare. Chi ha a cuore San Siro come luogo di sport, spettacolo e aggregazione non trova più spazio. Chi lavora per la cultura, l’inclusione e la partecipazione non può competere su un terreno fatto di rendite fondiarie e strumenti urbanistici. A questo punto, non servono competenze nel mondo dello spettacolo, dello sport o dell’intrattenimento, ma conoscenze immobiliari e commerciali”.
Per questa ragione – e per la mancanza del tempo necessario per imbastire un’operazione del genere (solo 37 giorni, quelli concessi dal bando pubblico, “a fronte dei 5 anni e mezzo di interlocuzioni goduti dai fondi che gestiscono i club”, sottolineava ancora Trotta) – quell’offerta il promoter non l’ha mai presentata.
Palazzo Marino e i club hanno fretta: devono chiudere prima che scatti il vincolo
Tempi ristrettissimi perché Sala e club hanno fretta di chiudere l’affare entro l’estate, prima di settembre, quando cioè scatterà il vincolo sul secondo anello del Meazza, rendendo impossibile l’abbattimento dell’impianto.
In ogni caso per Trotta non sarebbe stato facile “migliorare” il maxi-piano immobiliare di Inter e Milan. Perché questo richiedeva il bando: non un’idea alternativa che evitasse l’abbattimento del Meazza e la cementificazione selvaggia del parco dei Capitani, l’edificazione di hotel, centri commerciali, uffici e cliniche private, no, quel bando “dava la possibilità” solo di andare oltre. Cioè di cementifica più di quanto già previsto dai fondi americani…
Quella pre-conferenza dei servizi a bando ancora aperto
E che l’effetto finale sia quello di traghettare i 280mila mq (un’area grande sette volte Piazza del Duomo) nelle mani dei club a fronte di pochi spiccioli (73 milioni per lo stadio + 124 per le aree edificabili) è stato dimostrato anche dalla pre-conferenza dei servizi sullo stadio, tenuta ad Avviso pubblico ancora aperto. Cioè si è iniziato a discutere della fattibilità del progetto dei club sulle aree, prima ancora che le stesse fossero assegnate a qualcuno in base a un bando pubblico…
La nomina del consulente
L’ultima mossa del Comune è arrivata durante il ponte pasquale, a città semi-deserta, quando Palazzo Marino ha scelto come consulente per trattare con i club l’avvocato Alberto Toffoletto, professionista stimato, legale della Serie A (e già qui ci sarebbe da dire, visto il peso dei due club milanesi nella Lega), ma anche ex-socio di studio di Ada Lucia De Cesaris, l’ex vice-sindaca della giunta Pisapia, oggi avvocato di Milan e Inter nell’operazione San Siro.
Sarà Toffoletto a trattare per conto dei milanesi con il costruttore Alessandro Pasquarelli, membro dello Steering Commitee del progetto per le squadre, nonché l’uomo che costruì Cascina Merlata, quando Sala era commissario Expo.
“Si revochi quella nomina”
Una nomina quella di Toffoletto che ha fatto insorgere quei pochi consiglieri comunali di maggioranza contrari alla svendita del bene pubblico. Per il verde Carlo Monguzzi la scelta di Toffoletto è “clamorosa, non sul piano della legalità, ma dell’opportunità e dell’intelligenza. Toffoletto è stato socio di De Cesaris che è la legale di Milan e Inter. Certo questo facilita e semplifica tutto, magari non gli interessi del Comune e dei cittadini. Dunque si revochi subito questa nomina”.