Neanche il tempo di pubblicarlo sulla Gazzetta ufficiale ed già è stata sollevata la prima questione di legittimità costituzionale sul decreto Sicurezza del Governo. Lo hanno fatto ieri in Tribunale a Milano, a 72 ore dalla pubblicazione del pacchetto di norme, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini nel caso di due soggetti arrestati domenica per resistenza a pubblico ufficiale.
Scatta l’aggravante
I due sono a processo perché sarebbero fuggiti in macchina ad un posto di blocco e poi erano stati fermati dalle forze dell’ordine e avrebbero reagito anche con calci e pugni. Da qui la possibile applicazione della nuova aggravante istituita dal decreto, che scatta se “il fatto è commesso nei confronti di un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria o di pubblica Sicurezza con l’aumento di pena fino alla metà”.
I legali hanno chiesto alla giudice Ilaria Simi della sezione direttissime, dove ieri mattina si era tenuta l’udienza di convalida dell’arresto, di trasmettere il testo alla Corte Costituzionale per “verificare” se l’approvazione del Dl 48/2025 difetti del “requisito della straordinarietà del caso di necessità e d’urgenza”. La giudice si è riservata e deciderà all’udienza del prossimo 26 maggio.
Cosa scrivono i legali Losco e Straini sul Dl Sicurezza
Il “preambolo del decreto”, scrivono gli avvocati nella loro eccezione di legittimità costituzionale, “non indica in alcun modo quale siano le ragioni di straordinaria urgenza fattuali poste a fondamento della decretazione d’urgenza, ma si limita a riportare con affermazioni ‘apodittiche’ il titolo dei capi del testo”. Mancano, dunque, secondo i legali, i “requisiti” per la “emissione del decreto”, ossia le “straordinarie ragioni di necessità ed urgenza”.
Le motivazioni, scrivono i difensori, “che hanno indotto il Governo ad appropriarsi del testo, sottraendolo all’esame del Parlamento, sono state enunciate lo stesso 9 aprile nella conferenza stampa del Consiglio dei Ministri, tenutasi immediatamente dopo l’approvazione del decreto”. La “tempistica parlamentare” è stata “la reale motivazione a giustificazione del provvedimento d’urgenza e non ragioni fattuali di straordinaria necessità e urgenza”.
Il decreto, inoltre, secondo i legali, “ha un carattere del tutto disomogeneo”: presenta “norme in materia di prevenzione alla lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata nel primo capo, norme poste a tutela della Sicurezza pubblica nel secondo, norme a tutela delle forze dell’ordine nel terzo, norme a tutela delle vittime dell’usura, e norme di modifica dell’ordinamento penitenziario”.