di Astrid N. Maragò
Dopo trent’anni la Rai rompe l’idillio e sbatte la porta in faccia a Miss Italia. La voce che circolava già da qualche settimana nell’ambiente si è fatta concreta, e sembra che l’affezionato pubblico dello storico evento sarà costretto a rimanere a bocca asciutta. Il direttore di RaiUno Giancarlo Leone ha confermato l’ingrato destino del concorso di bellezza, e ha spiegato, inoltre, che il canale già da gennaio aveva comunicato agli organizzatori che la diretta dell’edizione 2013 non sarebbe stata mandata in onda dalla rete. Il contratto che legava la Rai e la società Miren promotrice del concorso, si sarebbe infatti concluso al termine dell’edizione 2012.
E questo è bastato a far infuriare la storica organizzatrice della manifestazione, Patrizia Mirigliani. Le nuove selezioni sono già in corso, e più di tremila ragazze si stanno preparando per conquistare i loro fugaci minuti di celebrità sotto i riflettori. La madrina promette battaglia: il caso Miss Italia andrà a finire sul tavolo della Corte dei Conti. E nel tentativo disperato di salvare la manifestazione dal buio o dall’essere relegata in sordina su un canale locale, la Miren si dichiara addirittura disposta a farsi carico di tutte le spese necessarie per la messa in onda – in precedenza sostenute in solido dalla Rai e dagli sponsor – e a concedere il format gratuitamente.
Suona quindi come un controsenso la scusa dell’onerosità eccessiva opposta dall’azienda radiotelevisiva come motivo del mancato rinnovo del contratto. Non è un mistero, infatti, che la Rai spenda centinaia di migliaia di euro per ospitare star internazionali e calciatori nei suoi programmi tv, misurandosi talvolta anche con ascolti deludenti. Non resta che pensare quindi che il rifiuto della Rai di mandare in onda la trasmissione risponda a un preciso intento che nulla ha a che vedere con i costi. L’idea, probabilmente, è quella di tagliare un format che neanche la sobrietà dei “mutandoni” della Tarantola è riuscito a salvare dalle critiche. Ma la Mirigliani non intende arrendersi al declino della sua creatura e sottolinea il grande apporto di Miss Italia come fenomeno non solo televisivo ma anche sociale e culturale. Il programma, a detta della sua ideatrice, non ha mai trascurato di proporre un’immagine dignitosa e di valore della donna, a dispetto delle critiche piovute sia dai puritani contrari alla sfilata di “carne da macello”, sia dalle femministe che si lagnano per uno spettacolo volgare e umiliante per le donne. Ma la questione non si esaurisce agli aspetti culturali. Cancellare dal palinsesto una trasmissione-evento del genere significherebbe infatti per la Rai perdere diversi milioni di euro, e comporterebbe per i dirigenti dell’azienda la conseguenza di incorrere in pesanti responsabilità erariali. Miss Italia ha infatti mantenuto costanti negli anni degli share altissimi, anche se negli ultimi anni ha subìto una leggera inflessione di ascolti. Senza contare che la soppressione dello spettacolo avrebbe come conseguenza immediata la perdita di centinaia di posti di lavoro nell’indotto.
Un ultimo tentativo di conciliazione per salvare in extremis il concorso di Salsomaggiore sarà quindi fatto. Ed è in programma a breve un incontro tra la Miren, il direttore Leone e il dg Gubitosi. Se il briefing non andrà in porto, non resta che capire chi, tra Sky, Mediaset o La7 si farà avanti per accaparrarsi la produzione delle serate finali. Ad ogni modo l’addio definitivo della trasmissione sarebbe molto triste. Sembra proprio il caso dire “Dio salvi la reginetta di bel- lezza”.