È solo di ieri l’ultimo caso drammatico: il colpo alla testa del diciottenne Thomas Bricca, ad Alatri, sparato verosilmente da suoi coetanei, forse confondendo il bersaglio in una guerra tra bande giovanili. Un epilogo tragico di quel crescente disagio tra i più giovani, che si sfoga in forme organizzate di microcriminalità, con danni procurati al patrimonio (furti, rapine, etc.) e alla persona (sequestri, vessazioni, etc.), spaccio di stupefacenti e ancora – la qual cosa invita ad un’attenta riflessione – baby gang che hanno come finalità l’esaltazione della violenza senza necessità di andarsi a cercare nemmeno un movente.
Il ministro Valditara vuole differenziare gli stipendi. Così penalizza chi argina un disagio giovanile crescente
Come nel caso recentemente accaduto di un bengalese che negando una sigaretta è stato pestato a sangue dal gruppo di ragazzi che gli aveva rivolto la richiesta, emerge chiaramente come le baby gang agiscano mosse dalla “violenza per la violenza” confidando – fenomeno accresciuto a causa della viralità del web – di diventare protagonisti del proprio tessuto sociale e virtuale per mezzo di gesta che inducano paura e terrore negli altri.
Come per il ragazzo gettato sotto il treno da due coetanei, i minorenni ora indagati erano consapevoli di ciò che stavano facendo e delle conseguenze che ciò avrebbe prodotto? O, forse, sono mossi dalla sensazione di vivere in una fiction come illustri esperti sostengono? Non intendendo qui demonizzare la tecnologia, e tenendo bene a mente le opportunità che questa porta con sé, non possiamo negare quanto la mission educativa di scuola e famiglia sia drammaticamente complicata avendo come destinatari dei nativi digitali. Quali strumenti abbiamo per intervenire sul senso di impunità che muove i nostri adolescenti, su quella alterata percezione per cui qualunque cosa facciano non accadrà comunque mai nulla di così serio da scoraggiarli?
A poche settimane dal suo insediamento il ministro leghista dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, aveva attirato l’attenzione dei media parlando dell’importanza dell’umiliazione nel processo di crescita dei ragazzi, mentre oggi l’opinione pubblica si spacca sulla proposta dell’assessore altoatesino che propone di eliminare i voti dal 4 in giù per non mortificare eccessivamente i ragazzi e dare loro la possibilità di avere dinanzi un orizzonte in cui il recupero – in questo caso scolastico – è possibile.
Approcci totalmente diversi che indicano una spaccatura culturale sempre più difficilmente sanabile.
L’autorevolezza che dovrebbe avere ogni educatore, a partire dagli insegnanti, pare essere compromessa al punto tale che si arriva “impallinare” la docente durante la lezione filmandola. Sempre Valditara, riferendosi al ripristino di una piena autorevolezza del corpo docente, ha emanato una circolare ministeriale in cui proibisce l’uso dei cellulari in classe.
Il ministro dovrebbe però considerare che l’autorevolezza riconosciuta ai nostri docenti passa anche attraverso la politica che ha il dovere di creare le condizioni affinché questi possano svolgere al meglio la propria funzione. Tutto l’opposto di dove va a parare l’ultima trovata del ministro, che incrementa le diseguaglianze, generando insegnanti di serie A e di serie B. La proposta è quella di incrementare lo stipendio solo per coloro che lavorano nelle regioni dove è più alto il costo della vita, e quindi il Nord del Paese. Sarebbe una scelta politica gravissima che dividerebbe ulteriormente la scuola e che anticipa mestamente l’Autonomia differenziata obiettivo del collega di partito Roberto Calderoli.
Insomma, prima di prendercela con la scuola e con i nostri ragazzi cerchiamo di capire cosa fa la politica per tutelare gli insegnanti che quotidianamente lavorano con e per i nostri figli e che, insieme alla famiglia, rappresenta l’agenzia educativa su cui investire per debellare il germe della violenza che oggi circola più che mai.
Una violenza che può produrre danni e gesti incontrollabili, per via del facile accesso alle armi immateriali della rete internet (pensiamo a quanto è diffuso il cyberbullismo) e purtroppo anche a quelle vere e proprie, compresi fucili e pistole. Così certi gesti estremi sono diventati di routine negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, con autentiche stragi nei college e gang che si dividono il territorio urbano. Violenze che purtroppo accadono anche da noi. Come ad Alatri, dove oggi un’intera città piange per il giovane Thomas.