Si fa un gran parlare della cavolata del ministro Sangiuliano su Galielo, ma è distrazione di massa per distogliere dai veri problemi del Paese.
Ennio Vivoni
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Gentile lettore, mi scusi, ma fatico a seguire questo tipo di logiche. Se si parla dei panettoni della Ferragni, è distrazione di massa per non parlare di povertà. Se si accenna alle oscenità dell’ex compagno della Meloni, è per deviare l’attenzione dal premierato. Se si parla di Sangiuliano, è per nascondere i pericoli dell’autonomia differenziata. Ma con questi paradigmi arbitrari potremmo affermare che se si parla del G7, è per distrarre il pubblico dalle brutte prestazioni degli Azzurri agli Europei. La verità è che la vita ha mille sfaccettature, alti e bassi, ed è naturale che la gente e i giornali parlino dei temi più svariati: discuterne uno non significa dimenticarne altri. Ogni cosa ha il suo posto e il suo peso. Piuttosto noto che in Rai, salvo errori, non s’è vista traccia della gaffe di Sangiuliano, secondo cui Colombo scoprì le Americhe applicando le teorie di Galileo, il quale nacque 70 anni dopo la scoperta. Si chieda il perché di quell’omissione o di analoghi silenzi sull’Abruzzo “affacciato su tre mari” (Marsilio) o sulle guerre che “si eviterebbero con cene ben organizzate” (il cognato Lollo) e via dicendo con la kermesse comica. Si rilassi e legga le barzellette su Sangiuliano. La più bella, secondo me, è una foto ritoccata: il ministro in biblioteca consulta un libro e una voce in un fumetto gli chiede: “Ministro, un suo ricordo di Milan Kundera”. E lui: “Milan-Kundera… e chi potrebbe mai dimenticare quella partita?”.
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