Molti amici, alcuni dei quali “progressisti”, dicono che la mia disistima della Meloni è eccessiva. Ma il mio non è odio ideologico: è solo profonda diffidenza verso una persona falsa e ingannevole.
Mario Chessa
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Gentile lettore, anch’io diffido fortemente della Meloni, perché il personaggio mi pare, sul piano umano ancor prima che politico, inaffidabile e molto pericoloso per il Paese. Quello che nelle promesse di Berlusconi aveva un carattere favolistico, quasi risibile (meno tasse per tutti, un milione di posti di lavoro, la dentiera gratis), nella Meloni perde ogni levità e diventa una becera beffa ai danni di tanta gente. Quando dall’opposizione chiedeva mille euro con un click, via le accise sui carburanti, via le commissioni sui Pos, tassa sugli extraprofitti bancari e blocco navale dell’Africa, crede non sapesse che erano irrealizzabili? Lo sapeva benissimo, ma usava tali falsità come esca per le fasce sociali meno capaci di comprendere la realtà. Idem in campo internazionale. Nel 2021 lanciò un suo libro con lo slogan “Putin difende i valori europei e cristiani” (pubblicità oggi stranamente scomparsa da internet), ma appena subodorò la vittoria elettorale si mise in riga col pensiero unico atlantico, trasformandosi in una macchinetta che ripete in automatico gli slogan degli Usa. E in Europa? Da “è finita la pacchia” è passata al sodalizio con le Ursula, Metsola & C., abbracciando le élite euro-tecno-finanziarie e divenendo organica a quella struttura essenzialmente antidemocratica. In conclusione, concordo con lei: non è solo avversione ideologica, bensì totale disistima pre-politica.
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