Il Tg1 perde ascolti, nonostante la fame di notizie degli italiani sulla guerra in Ucraina. La celebre sigla è ascoltata sempre da meno persone. Nei primi dieci giorni di marzo, centinaia di migliaia di telespettatori hanno abbandonato, rispetto all’anno precedente, l’informazione della rete ammiraglia della Rai. Non c’è alcuna distinzione delle edizioni: il calo riguarda sia quella delle 13.30, sia l’altra delle 20.30, la più attesa. L’unica differenza è nella consistenza numerica.
Mediamente, nella prima decade del mese, il Tg1 ha perso 400mila spettatori
Mediamente, nella prima decade del mese, ci sono 400mila spettatori in meno, in confronto allo stesso periodo del 2021, per l’edizione dell’ora di pranzo. Per la precisione, un calo di 397mila. Il dato è ancora più pesante per l’appuntamento serale, che vede una riduzione media di 650mila spettatori rispetto all’anno scorso. Un trend in discesa che sta maturando mentre il mondo vive sconvolgimenti epocali e c’è un’alta richiesta di informazione.
L’allarme è scattato, in un report interno alla Rai, inviato ai vertici di viale Mazzini. Nel documento si analizzano tutti i dati, anche rispetto alla concorrenza. E nemmeno la lettura della media dello share è consolatoria: il segno rosso la fa da padrona. Certo, la riduzione è più contenuta: dello 0,17 per cento per l’edizione delle 13.30 e dello 0,35 per cento per quella serale. Ma resta il fatto che tutti gli indicatori sono negativi. Insomma, il telegiornale diretto da Monica Maggioni è in calo proprio in una fase in cui si attendeva un picco verso l’alto. Il report elabora i dati che quotidianamente vengono svelati dall’Auditel.
Giovedì 10 marzo il Tg1 delle 13.30 è stato seguito da 3 milioni e 357mila telespettatori, per uno share del 23,4 per cento. Lo stesso giorno dello scorso anno erano 3 milioni e 696mila con uno share del 24 per cento. Stessa musica per l’edizione serale: nel 2022 gli spettatori sono stati 5 milioni e 431mila (share al 23,8), mentre nel 2021 erano 6 milioni e 211mila (24,7 per cento di share).
Ma in questa prima decade di marzo la tendenza è inequivocabile: nella maggior parte dei casi, gli ascolti del 2021 sono stati migliori. Ci sono delle “punte” significative. Un esempio? L’8 marzo 2022 il telegiornale delle 20.30 è stato seguito da 5 milioni e 413mila persone. Un milione in meno in confronto ai 6 milioni 429mila dello scorso anno. Il divario in termini di share è invece di due punti: 23,4 per cento contro il 25,4.
E pare insufficiente la giustificazione secondo la quale, nel 2021 a inizio marzo c’era il Festival di Sanremo e il Paese era ancora alle prese con l’ondata della pandemia. Adesso è in corso una guerra, che ha previsto peraltro un importante schieramento di risorse da parte di Viale Mazzini. L’unica minima consolazione per il telegiornale della Maggioni è che pure gli altri tg della Rai non vanno alla grande. Anzi. Anche il Tg3 sta facendo registrare una performance negativa.
Tuttavia, il calo in termini assoluti è più ridotto, perché oggettivamente c’è un numero di partenza minore di telespettatori. La contrazione si aggira sulle 387mila unità medie nell’edizione meridiana e sulle 430mila per quella serale. Notte fonda poi per il Tgr: la testata regionale paga dazio al fatto che l’informazione locale ha meno appeal. Gli occhi sono puntati sull’Ucraina. Mal comune mezzo gaudio, insomma. Ma a viale Mazzini c’è chi tiene botta: il Tg2 fa segnare un incremento di share in relazione allo scorso anno. Una situazione simile al telegiornale di La7.