Che non si dica che i nuovi deputati non siano stakanovisti. Le promesse, perlomeno, sono più che buone. Il punto, casomai, è vedere verso cosa venga poi indirizzato tale stakonivismo. Perché se è vero che nei primi scampoli della XVIII Legislatura sono state presentate ben 540 proposte di legge (377 alla Camera dei Deputati e 163 al Senato), è altrettanto vero che, tra i tanti disegni spiccano anche alcuni piuttosto curiosi.
Silvana Comaroli, parlamentare riconfermata della Lega, bene ha pensato, ad esempio, di ripartire al meglio con una proposta che miri a valorizzare le “città murate”. Nulla da ridire, ci mancherebbe. Solo che verrebbe da pensare a qualcosa di un tantino più incisivo al primo giorno di scuola. Ma, d’altronde, c’è da aspettarsi di tutto se la Comaroli è riuscita ad annunciare il 23 marzo la bellezza di 30 disegni di legge, tra cui spicca anche quello relativo alla “abolizione del canone di abbonamento alle radioaudizioni e alla televisione”, storica battaglia leghista, fino alle disposizioni per la “disciplina dell’esercizio della prostituzione”. C’è da dire, in realtà, che in molti casi si tratta di iniziative di singoli parlamentari “ereditate” dalla scorsa legislatura e che i proponenti si sono subito attivati per ripresentarle, magari cambiando qualche parola qua e là. Stakanovisti e imperterriti. E così, rimanendo in campo leghista, scopriamo che il riconfermato Nicola Molteni ci ha riprovato con la castrazione chimica (nel disegno di legge si parla di “trattamento farmacologico di blocco androgenico”) per i condannati per casi di pedofilia.
Ma i temi trattati sono, in realtà, i più disparati. Dal taglio ai vitalizi all’eutanasia, passando per il tetto agli stipendi dei manager. E ovviamente legittima difesa e lotta all’immigrazione, con Giorgia Meloni che ha ben pensato di introdurre un reato apposito: “integralismo islamico”. Così, per non sbagliare. E se da Fratelli d’Italia e Lega ci sono ddl volti ad allentare le restrizioni all’utilizzo di armi da fuoco in nome della sbandierata “legittima difesa” e della cultura venatoria, la compagna (almeno pare) di coalizione Michela Brambilla ha presentato una serie di disegni per chiedere, tra le altre cose, la “abolizione del diritto di accesso al fondo altrui per l’esercizio della caccia”, il divieto di abbattimento per gli animali che non hanno raggiunto l’età adulta e l’obbligatorietà di dieta vegana e vegetariana nei luoghi di ristoro.
Carta da cambiare – Finita qui? Certo che no. C’è chi, ancora, chiede il “ridimensionamento” dell’Unione europea, mentre Edmondo Cirielli ha presentato una proposta di modifica della Costituzione che mira alla “soppressione delle regioni e delle province” per costituire “trentasei nuove regioni”. Non mancano, poi, le proposte di revisione costituzionale, una a prima firma Forza Italia, l’altra del Pd. Stefano Ceccanti, costituzionalista dem che tutti noi ricordiamo perché uno dei maggiori sponsor della riforma Boschi, ora rivoluziona tutto e chiede “l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica con successiva elezione dei membri delle Camere, nonché uniformazione dei requisiti di elettorato attivo e passivo per il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati”. E, ovviamente, onnipresenti le richieste di nuove festività. Dalla “Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili” (a prima firma Chiara Braga) alla “Giornata nazionale italiani nel mondo” (Francesca La Marca). Infine, il mangiare: spuntano e abbondano le disposizioni relative alla “panificazione” e alla birra. Senza dimenticare quelle per “il gelato artigianale di alta qualità”.
Tw: @CarmineGazzanni