Sembra lontano dall’essere risolto il caso sulle discoteche della Costa Smeralda rimaste aperte in agosto. Anzi nelle ultime ore la vicenda che molti ritenevano ormai chiusa, si tinge di giallo perché il parere favorevole del Comitato tecnico scientifico sardo su cui si è basata l’ordinanza della giunta del governatore di centrodestra Christian Solinas era, in realtà, una striminzita email per giunta firmata da un solo componente del Cts sui quattro che erano in carica in quel momento. Come se non bastasse il testo, stando a quanto ha riferito a Repubblica l’infettivologo Stefano Vella che quella lettera l’ha scritta, “non è, né può essere considerata, un parere del Cts. Né tantomeno un parere positivo all’idea di tenere aperte le Discoteche in estate, verso cui come Comitato ci siamo sempre ufficialmente opposti, ritenendola pericolosa e sbagliata, visto il grande afflusso di turisti sull’isola. Io parlavo solo a titolo personale”.
Il professor Vella poi chiarisce che ha “dato l’ok solo al testo dell’ordinanza che mi é stata mandata in extremis senza che fosse stato mai convocato il Cts”. Dichiarazioni sorprendenti che sembrano smontare la ricostruzione fin qui data dalla giunta di Solinas secondo cui è stato fatto tutto sempre in accordo con gli esperti. Ma c’è di più. L’esperto del Cts è stato sentito ieri, in qualità di persona informata dei fatti, dai magistrati di Cagliari che indagano contro ignoti per epidemia colposa e a loro, stando a quanto trapela, avrebbe confermato parola per parola quanto raccontato al quotidiano.
Dopo di lui è stato sentito, sempre in veste di testimone, anche il collega del Cts, Giovanni Sotgiu che, come riferito da Vella, “non era riuscito neanche a leggere la bozza dell’ordinanza. Però alcune delle indicazioni inserite per ridurre il danno erano tratte da sue precedenti osservazioni”. Audizioni che serviranno a capire se quella mail è da considerare un parere favorevole del Cts, come sarebbero portati a credere i pm visto che all’infettivologo Vella era stata sottoposta la bozza dell’ordinanza sulle sale da ballo e che dopo il suo via libera è stata firmata dal governatore Solinas. Un caso scottante su cui, nelle ultime ore, si è acceso il faro anche da parte dei pubblici ministeri di Tempio che stanno verificando se realmente l’apertura delle discoteche in Costa Smeralda abbia inciso nell’impennata di contagi da Covid-19. Che le due inchieste, le quali viaggiano in parallelo, siano tutt’altro che concluse lo si capisce anche dal fatto che sono continuate anche ieri le acquisizioni di atti e documenti in Regione Sardegna da parte di entrambe le Procure.
DIFESA A OLTRANZA. Così se le opposizioni sono sul piede di guerra e chiedono un passo indietro al governatore per quello che definiscono un gravissimo scandalo, il presidente della Sardegna si difende spiegando che è in corso un attacco mediatico. “Qualcuno ha accompagnato le troupe televisive per montare più o meno veritieri casi mediatici che hanno generato un’immagine negativa della Sardegna quale untrice del resto d’Italia, mentre le cose non sono andate così” ha detto Solinas. Nello stesso tempo, invece, “c’era chi lavorava per garantire al meglio la salute dei sardi e la possibilità di affrontare l’emergenza in corso” ha ribadito il governatore Solinas che ha sempre affermato di aver agito seguendo i pareri, per altro non vincolanti, ricevuti dal Comitato tecnico scientifico.