di Clemente Pistilli
Un terreno su cui sistemare temporaneamente rifiuti, già destinato a parcheggio nell’ambito del piano di sviluppo portuale di Ancona, sarebbe stato acquistato a un prezzo superiore al suo reale valore dalla “AnconAmbiente spa”, società che si occupa del servizio di igiene urbana nel capoluogo marchigiano e partecipata quasi totalmente dal Comune. Se sul fronte penale, tra ipotesi di corruzione, concussione e malversazione ai danni dello Stato, la storia è quasi conclusa e in appello ha portato ad assoluzioni e proscioglimenti per prescrizione, così non è stato per quanto riguarda la Corte dei Conti, che ha condannato otto ex manager e politici a risarcire il danno erariale per quello che è stato considerato un notevole sperpero di denaro pubblico. Da un’iniziale richiesta di oltre due milioni di euro, il risarcimento è stato fissato dai giudici delle Marche in poco più di mezzo milione e le condanne emesse sono state per un totale di 420mila euro.
Tra i condannati anche due ex sindaci di Ancona, Renato Galeazzi, che in passato è stato anche presidente regionale dell’Anci e deputato nella XIV e nella XV legislatura, prima con i Ds e poi con l’Ulivo, e Fabio Sturani, già presidente regionale dell’Anci, vicepresidente nazionale della stessa Associazione, e attualmente presidente del Coni delle Marche. L’area oggetto delle indagini è quella che “AnconAmbiente” acquistò in zona portuale dalla “C.C.S. srl” dell’imprenditore Alberto Rossi, per realizzare una stazione di trasferimento dei rifiuti, nell’attesa che venisse realizzata una nuova discarica. Un “affare” fatto acquistando le quote della “Container Consult & Service” per 2,6 milioni di euro. Nel piano portuale era già previsto, però, che quella zona sarebbe stata destinata a parcheggi.
Per gli inquirenti l’ingente spesa non fu altro che un favore all’imprenditore Rossi, a danno delle casse pubbliche, con un accordo tra Comune e “AnconAmbiente”. Sul fronte penale, in appello, sono arrivate assoluzioni e prescrizione e pende ricorso per Cassazione. La Corte dei Conti, convinta che l’operazione sia stata uno sperpero di risorse pubbliche, ha però ora condannato a risarcire “AnconAmbiente” l’ex presidente del Cda, Umberto Montanari, gli ex consiglieri Claudio Desideri, Lorenzo Lucesoli, Caterina Di Bitonto e Giovanni Bevilacqua, il tecnico che stimò il valore dell’area, l’ingegnere Vladimiro Muti, e gli ex sindaci di Ancona, Renato Galeazzi e Fabio Sturani.