L’episodio dei dati errati della Lombardia, che ha comportato una settimana di zona rossa per l’intera regione, è oramai un caso politico. Lo scontro che si consuma oramai da giorni tra il presidente della regione, Attilio Fontana, e il Governo è su un terreno scivoloso, quello dei calcoli dell’indice Rt dell’infezione da Sars Cov 2. A soccorrere il governatore arriva la Lega. Tutti i governatori del Carroccio, infatti, hanno firmato una nota comune per chiedere una “revisione immediata delle procedure” per determinare il colore dei territori in modo da “affrontare con serenità maggiore una grave situazione”.
Proporranno qualcosa, penserete voi. E invece niente. Sono però in prima fila per sferrare l’ennesimo colpo contro il Governo: “Non può ad ogni problema esimersi da responsabilità e incolpare le regioni”, sostengono i presidenti Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Christian Solinas (Sardegna), Nino Spirlì (Calabria), Donatella Tesei (Umbria) e Luca Zaia (Veneto) in una nota. Firmata anche da Fontana. E il carico da novanta ce lo mette il capitano, Matteo Salvini: “C’è stato un clamoroso e drammatico errore di calcolo sulla pelle dei cittadini fatto dal ministero della Salute. Speriamo che Speranza sia ministro ancora per poco. Di danni ne ha fatti abbastanza”.
Insomma, nonostante i dati incompleti forniti dal Pirellone e certificati dalle mail intercorse, la Lega invece di fare mea culpa, non perde occasione per andare contro al Governo. Ma c’è di più. Se da un lato si moltiplicano le richieste al presidente di Fontana di fornire dati e spiegazioni plausibili, dall’altro lato il governatore è tornato ad avanzare dubbi sul funzionamento dell’algoritmo. Un algoritmo pubblico, disponibile sul sito dell’Istituto di Superiore di Sanità (Iss). E le Regioni, da inizio giugno, hanno anche a disposizione un software per simulare autonomamente l’indice Rt.
E ora Fontana, proprio lui, insieme ai colleghi di partito, sostiene: “Il sistema può avere conseguenze devastanti sulla vita delle persone e sull’economia, come nel caso della Lombardia, quindi è necessario il massimo rigore nell’analisi dei dati”, scrivono i presidenti di Regione leghisti in quella che sembra una manovra politica per uscire dall’angolo in cui si è infilata la Lombardia a causa di un ‘errore’, come spiegato dall’Istituto Superiore di Sanità, nel classificare i casi di infezione da Sars-Cov-2. “Ci aspettiamo da Conte e Speranza un atto di realismo e maturità nei confronti dei cittadini e delle istituzioni”, aggiungono.
“Il clima degli insulti – proseguono – non fa bene a nessuno. Ribadiamo la volontà di una leale collaborazione su tutti i temi, dai vaccini alle misure per contrastare la diffusione del virus ma ci aspettiamo dall’esecutivo lo stesso spirito e volontà per il bene del Paese e di tutti i cittadini”. La risposta è arrivata dalla sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa: “Se la Lombardia non si è accorta che quel campo andava compilato, se hanno ritenuto che non compilandolo andasse bene lo stesso, se poi si sono accorti che invece era importante e non hanno mai chiesto niente io penso che sono domande che devono fare a loro stessi”, dice. Intanto ieri pomeriggio sotto palazzo Lombardia si è tenuto un flash mob per chiedere le dimissioni del Governatore. Ora la domanda sorge spontanea: chi risarcirà la settimana di chiusure?
“Pretendiamo che si scusino per i loro errori, si facciano da parte e che i dati del Covid corretti siano resi pubblici” affermano i consiglieri regionali del M5S Lombardia, Nicola Di Marco, Dario Violi, Simone Verni, Dino Alberti e Massimo De Rosa, espulsi, questa mattina, nel corso delle proteste che si sono tenute in Consiglio regionale. “Invece di perdere il loro tempo con espulsioni surreali – aggiungono i pentastellati -, devono darci risposte. In Consiglio regionale abbiamo solo ribadito con forza al centrodestra le domande dei lombardi sulla disfatta della nostra regione. L’emergenza merita amministratori capaci, non questa banda di improvvisati”.
“Questa Giunta – aggiungono – si è sfiduciata da sola con il fallimento di Fontana, epilogo di una malagestione che dura da anni. Per quanto ci riguarda il rispetto è il valore che ispira ogni minuto della nostra attività politica al servizio dei cittadini. È in nome di quel rispetto per i lombardi che oggi siamo espulsi da quell’aula dove, anno dopo anno, il centrodestra ha smantellato l’eccellenza lombarda. È ora che in Lombardia si cambi”.