Vincenzo Franchina, 36 anni, era padre da soli tre mesi. Pavel Petronel Tanase aveva 45 anni, era originario della Romania, lascia due figli gemelli quasi adolescenti. Era invece nonno di cinque nipoti Mario Pisani, 73 anni. Sono i tre morti accertati della strage di Suviana, investiti in pieno dall’esplosione sommersa della centrale idroelettrica di Bargi. Tutti erano tecnici di una ditta esterna alla Enel Green Power proprietaria dell’impianto e venivano da fuori regione. Trasfertisti, così come gli altri quattro lavoratori dispersi per le cui ricerche i vigili del fuoco sono impegnati in operazioni molto complesse nei piani interrati dell’impianto, a meno 30-40 metri sotto il livello dell’acqua. E per cui le speranze scemano di ora in ora.
Le indagini sulla centrale idroelettrica
La domanda principale a cui dovrà rispondere l’inchiesta dei carabinieri, coordinati dal Procuratore capo Giuseppe Amato e dal pm Flavio Lazzarini, è sulle cause che hanno determinato l’esplosione nella centrale idroelettrica di Bargi. Un quesito fondamentale da cui partire per accertare poi le responsabilità sulla tragedia del lago di Suviana. Al momento però l’inchiesta per disastro e omicidio colposo, solo per ora contro ignoti, è in salita, anche perché sarà impossibile raccogliere elementi di prova fino a quando non termineranno le ricerche dei dispersi e l’area interessata verrà messa in sicurezza per consentire il sopralluogo degli investigatori. “Già nel 2022 la nostra organizzazione aveva segnalato attraverso i propri rappresentanti alcune problematiche relative alla sicurezza per quell’impianto”, ha detto il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri.
“I lavori che erano in corso in questa centrale erano lavori di aggiornamento tecnologico, in particolare stavamo realizzando le prove collaudo sul secondo gruppo. Le prove sul primo gruppo si erano già realizzate nelle settimane scorse ed erano già concluse”, ha detto l’ad di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, davanti alla diga di Suviana. I lavori alla centrale, si apprende da Enel, erano iniziati a settembre 2022. Si tratta di attività ampiamente programmata che stava terminando in questi giorni, con timing già previsti. “Per fare questi lavori di aggiornamento tecnologico di fornitura, montaggio e collaudo, avevamo scelto tra le migliori ditte, le migliori società nel campo dell’elettrico e dell’idroelettrico: Siemens, Abb, Voith”, ha spiegato ancora Bernabei. “Quando mi rivolgo a un contractor, il contractor è sinonimo di prestigio e serietà”. E a chi gli chiedeva dei subappalti ha replicato: “Questa domanda la deve rivolgere ai contractor, che a loro volta possono rivolgersi ad altri specialisti, perché i lavori che stavamo facendo qua sono lavori che si possono fare solo da parte di specialisti”.
Il caos dei subappalti
Gli investigatori appunto dovranno ricostruire anche l’intricata catena dei subappalti e verificare competenze e regolarità delle aziende, visto che le ditte indicate sul cartello dei lavori all’ingresso dell’impianto sono nove. Enel Green Power, ad ogni modo, ha istituito un fondo immediato di due milioni di euro per consentire alle persone coinvolte e alle loro famiglie di far fronte alle prime necessità e urgenze. “Fin dalle prime ore dell’accaduto, Enel Green Power – si legge in una nota dell’azienda – si è adoperata per fornire assistenza attraverso l’invio sul posto e presso gli ospedali dove sono ricoverati i feriti di un team di psicologi, la messa a disposizione di camere d’albergo e sostegno logistico per i nuclei famigliari coinvolti. Enel Green Power sarà vicina ai feriti e alle famiglie delle vittime”.