Subito prima e subito dopo il suo insediamento, qualcuno lo ricorderà, il concetto era stato ripetuto come un mantra: “ricontratteremo i mutui con la Cassa Depositi e Prestiti”. Quasi uno slogan, al quale Virginia Raggi si era affidata per garantire ai cittadini romani un alleggerimento della pressione fiscale locale, pesantemente utilizzata per sostenere il famoso piano di rientro del vecchio debito capitolino. Ebbene, a sette mesi dall’ascesa al Campidoglio della sindaca che cosa ha concretamente fatto l’amministrazione sul punto? Poco o niente, a quanto filtra dalle parti interessate, ovvero dalla stessa Cassa Depositi e Prestiti e dalla Gestione commissariale del vecchio debito. Tra le altre cose entrambe, contattate sulla questione da La Notizia, hanno dato risposte che più vaghe non si può, nemmeno si trattasse del segreto di Fatima.
Il precedente – Per capire bene il contesto, però, occorre fare un passo indietro. Il coinvolgimento della Cassa Depositi va collegato al piano di rientro che si decise di strutturare per far fronte al maxidebito lasciato in eredità da Walter Veltroni a Gianni Alemanno nel 2008. Dopo vari calcoli, e l’intervento della Ragioneria generale dello Stato, nel 2010 si certificò un passivo di 22 miliardi, che diventavano 16 al netto dei crediti. Adesso, dopo diversi anni di commissariamento, siamo arrivati a circa 12 miliardi. Per sostenere il faticoso rientro, naturalmente, è stato necessario contrarre prestiti con la Cassa Depositi e rendere il percorso sostenibile usando la solita leva fiscale. Parliamo di un fardello da 500 milioni l’anno, che per 300 milioni pesa sulle tasche di tutti i cittadini italiani, da Brunico ad Agrigento, e per 200 milioni sulle tasche dei cittadini romani, attraverso una superaddizionale Irpef e maggiori tasse aeroportuali. Insomma, la Raggi si era rivolta proprio ai romani citando quel famoso “ricontratteremo i mutui con la Cassa Depositi”.
Gli sviluppi – Ma questo tentativo di ricontrattazione è in corso? La società pubblica, oggi guidata da Claudio Costamagna e Fabio Gallia, contattata ieri da La Notizia non è andata oltre un “no comment”. La Gestione commissariale, che è di nomina governativa, ha fatto solo filtrare che “si tratta di una questione amministrativa, da comunicare semmai nelle sedi opportune”. Insomma, due non risposte che alimentano il sospetto di un certo immobilismo. Del resto, seppur le partite debitorie vengano trasmesse dal Campidoglio al Commissario governativo, qualche tecnico aveva già sottolineato che ricontrattare i mutui sarebbe stato quasi impossibile. Primo perché la stessa rinegoziazione comporta il pagamento di penali alla Cassa. E poi perché per rinegoziare il debito la stessa Cdp avrebbe bisogno di una legge generale. E così di quella promessa, che avrebbe dovuto aiutare i romani, rischia di non rimanere nessuna traccia. Forse perché quella promessa non poteva essere fatta.
Tw: @SSansonetti