Stati generali della natalità. Fino a qualche tempo fa sarebbero sembrati un’assurda accelerazione di un governo estremamente nostalgico e invece è accaduto. Lo spreco della natalità come feticcio in difesa della patria accade a Roma all’Auditorium della Conciliazione per la terza edizione degli Stati generali della natalità, due giorni per discutere di culle vuote e di come riempirle. La brochure si presenta con una domanda quasi apocalittica: “Avete mai immaginato un mondo senza bambini?”. “Senza bambini significa, tanto per fare degli esempi che diano concretezza alla visione, senza la necessità di biberon, di prodotti per l’infanzia”, si legge nel materiale pubblicitario. Verrebbe voglia di sognarlo davvero un Paese così.
Stati generali della natalità. Fino a qualche tempo fa sarebbero sembrati un’assurda accelerazione di un governo estremamente nostalgico e invece è accaduto
Al convegno nazional sono state invitate le più alte cerchie del settore, tipo Lorella Cuccarini e Papa Francesco. Nel secondo giorno di programma sono previsti 12 uomini (Papa incluso) e 3 donne, di cui una è Giorgia Meloni, donna ma tutt’altro che femminista. Un nugolo di uomini che ciancia di maternità è una scena dell’orrore tant’è che Francesca Bubba, attivista femminista anche sulla natalità, ha chiesto all’organizzatore De Palo che senso potesse avere una manifestazione con questi ospiti.
Dice Bubba che De Palo le avrebbe spiegato che Lorella Cuccarini avrebbe quatto figli (quindi sarebbe assolutamente legittimata) e che le influencer non sarebbero state invitate perché avrebbero chiesto un compenso. Bubba ha fatto notare che Lorella Cuccarini ha sì 4 figli ma di certo non può rappresentare le famiglie italiane per la sua posizione di privilegio In effetti aver invitato tutta la destra italiana favorisce di molto la narrazione della maternità come concime della Patria. Ma la manifestazione ha provocato diversi malumori. Le femministe notano il patrocinio del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la presenza di Elly Schlein, che nel femminismo ha un pezzo del suo bacino elettorale.
“Nella presentazione dell’evento, i figli vengono descritti come “un investimento per il Bene Comune”, aggiungendo, poi, che “un figlio è di tutti e per tutti”. Proprio come il nostro utero e la nostra autodeterminazione, per intenderci. In un mix letale tra la ministra Eugenia Roccella (la stessa che parla dell’aborto che “purtroppo” è ancora un diritto), il presidente della Cei Matteo Maria Zuppi e sua santità Lorella Cuccarini, perché “crescerà, forte più di te, questa voglia di vita tra le tue mani”, scrive thePeriodOff, “non sappiamo se gli Stati Generali della Natalità contribuiranno magicamente a riempire i nostri ventri di figli bianchi, cis, eteronormati, borghesi, ma sicuramente ci permetteranno oggi di guardare in faccia alle violente politiche che limitano il diritto di scelta e autodeterminazione a favore del mero finalismo riproduttivo. Quella per la natalità sembra essere una vera e propria ossessione per questo governo. A sentire loro, pare che ci estingueremo nel giro di una settimana. No, non tutta l’umanità, si intenda. Soltanto quella bianca italica, che è l’unica che pare stare a cuore a loro”.
Mentre la giornata di ieri si è svolta secondo i canoni delle donne che dovrebbero risolvere i problemi di denatalità nazionale, come se fosse una loro unica responsabilità, avremmo potuto augurarci che si parlasse anche delle difficoltà di avere un’assistenza medica (ne parliamo nell’articolo qui di fianco) e le altre complesse ragioni che portano le coppie a non avere figli.
“Aiutare le madri, imporre meno tasse a chi ha almeno due figli e colpevolizzare chi non li vuole. Il vecchio approccio adottato dalla maggioranza di centrodestra punta a una maternità predefinita ma non risolve i problemi quotidiani delle famiglie”, scrive Francesca Bubba. Che il welfare sia insufficiente e che le discriminazioni sul lavoro siano un ostacolo non affrontato sembra non interessare a nessuno. Chi non figlia è nemica della patria. Come nei tempi bui della nostra storia.