La leggenda di Usain Bolt è compiuta: tre ori olimpici consecutivi nei 100, nessuno ci era mai riuscito. Vincere è sempre più facile. Gli altri possono aspirare a considerarsi protagonisti e tenuti in considerazione del regista del film fino a quando rimane il dubbio che a Bolt possa accadere qualcosa d’imprevedibile, per esempio una falsa partenza o si scordi le scarpe a casa.
Ma mancano ancora due piccoli gradini per rendere la leggenda immortale. Dopo aver vinto i 100 metri, battendo anche la paura che Gatlin potesse impensierirlo, ora tocca ai 200 metri e alla staffetta 4×100. E a quel punto saranno altri tre ori olimpici consecutivi. Nel mirino due leggende come Paavo Nurmi e Carl Lewis, con nove ori i più vincenti di sempre nell’atletica olimpica. Il mezzofondista finlandese, come ricorda oggi La Gazzetta, li conquistò tra Anversa 1920 ed Amsterdam 1928, lo sprinter-lunghista statunitense ci riuscì tra Los Angeles 1984 ed Atlanta 1996. Usain, tra Pechino 2008 e Londra 2012, è arrivato a quota sei. Centrasse la terza tripletta consecutiva, li eguaglierebbe. Bolt come Nurmi e Lewis.
E sarà, questo, l’ultimo tentativo. Perché Bolt ha confermato che poi abbandonerà la pista. Per ora, intanto, si festeggia. Per la sua Giamaica: “Questo è per te Giamaica, alzati…questo è per il mio popolo”, ha urlato il vincitore, che poi ha confermato che “Questa sarà la mia ultima Olimpiade. Forse non mi ritirerò totalmente ma ho vinto tutto quello che volevo vincere. Qualcuno dice che posso diventare immortale. Ancora due medaglie e poi posso firmare. Immortale”. Appuntamento allora ai prossimi traguardi: i 200 e la staffetta. “In gara sono stato brillante. Non sono andato così veloce, ma sono felice di aver vinto”. Poi sui fischi riservati a Gatlin dal pubblico: “È la prima volta che entro in uno stadio e iniziano a fischiare. Sono rimasto sorpreso”.