C’è un dato da cui partire per leggere i risultati delle elezioni regionali in Molise. Ovvero i cinque anni di pessima e malandata gestione della cosa pubblica del governatore uscente, Donato Toma. Una gestione talmente dissennata che neanche il centrodestra – tra alibi e motivazioni più o meno veritiere – l’ha voluto ricandidare.
Roberti è il nuovo governatore del Molise. Fratelli d’Italia sbanca. La Regione resta a destra dopo i 5 anni disastrosi di Toma
E dunque? Nonostante tutto questo, alla fine a vincere – e in maniera netta – è stato ancora una volta il centrodestra con l’attuale sindaco di Termoli, Francesco Roberti (nella foto). Il neo governatore era sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati, Udc, Popolari per l’Italia, Il Molise che Vogliamo, Popolari per l’Italia. Quando lo spoglio era più o meno a metà – e a dire la verità procede molto a rilento – il centrodestra era in vantaggio con circa il 64 per cento dei voti.
Distaccato il candidato del centrosinistra, il sindaco di Campobasso Roberto Gravina, che era sostenuto dall’intero fronte progressista (Pd, M5s, Alleanza Verdi-Sinistra, Costruire democrazia, Progresso Molise Gravina presidente, Molise democratico e socialista) e non va oltre il 34 per cento. Il terzo candidato, il civico Emilio Izzo, si ferma intorno al punto percentuale. La coalizione di governo, dunque, si conferma anche nella piccola Regione che amministrava già da cinque anni.
Roberti ha ricevuto il messaggio di congratulazioni del principale avversario, il 5 Stelle Gravina. “Nell’altra coalizione – ha detto – evidentemente hanno costruito un’alleanza che ha funzionato di più, per quanto riguarda noi è il contrario. Non vedo grosse alternative nel commentare questo voto che vede in modo chiaro una vittoria del centrodestra. Il nostro, comunque è un progetto che deve avere un seguito”. Parole che siamo abituati a sentire puntualmente. Ma in realtà è indubbio che il progetto di un centrosinistra è naufragato. Anche in Molise. Per varie ragioni.
Tra i candidati più votati, i meloniani Iorio e Pallante. Il primo è entrato in Regione nel 1990 il secondo nel 1995
A cominciare da una coalizione che non ha saputo rapidamente scegliere un candidato valido, dovendo ripiegare su un sindaco bravo e competente, ma che in questa tornata si sapeva che sarebbe stato mandato al massacro. Insomma, una Caporetto annunciata e che dunque non può sorprendere nessuno. Resta però l’altro lato della medaglia. Come ha fatto il centrodestra a vincere in maniera così facile? Certo, Roberti è un amministratore stimato dai più. Ma ciò ovviamente non basta. La verità è che nella piccola regione molisana vivono ancora rapporti clientelari e vecchi legami che anche – e incredibilmente – in questa tornata elettorale hanno fatto la differenza.
Qualche esempio? Michele Iorio è stato uno dei più votati in Fratelli d’Italia. Candidato governatore (sempre col centrodestra) nel 2000, 2001, 2006, 2011, 2013 e 2018 (all’ultima tornata con una lista civica), è entrato per la prima volta nell’assise nel 1990 (al tempo con la Dc). Trentatrè anni fa. E da lì non ha mai rinunciato a una candidatura, tranne che per una piccola parentesi al Senato della Repubblica.
Stessa sorte anche per Quintino Pallante: il suo nome, tra alti e bassi, lo troviamo per la prima volta nel 1995 quando col centrodestra si candidò presidente di regione. E non è un caso che, puntando anche proprio su questi nomi di dinosauri (con tutto il rispetto, è impossibile non definirli tali politicamente parlando), Fratelli d’Italia ha sbancato, diventando anche nel piccolo Molise gattopardesco il partito più votato.
Ancor prima di Forza Italia, storica forza partitica in regione. Per il centrosinistra è una disfatta. E ancor più per i Cinque stelle che solo 5 anni fa erano andati vicino a una storica vittoria elettorale. Tempi andati. Che evidentemente non torneranno mai più.