Alla fine il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, è stato costretto al passo indietro sull’acquisto del teatro Eliseo. Ma la questione dei teatri romani resta aperta, oggi più che mai. Da una parte c’è la Regione costretta a rimodulare i 24 milioni di euro previsti inizialmente per comprare il teatro di Luca Barbareschi e destinarli alla valorizzazione “di tutta la filiera” del settore; dall’altra c’è il Comune di Roma che sta invece valutando quali strutture salvare o rimettere in sesto.
Retromarcia obbligata della Regione Lazio dopo la protesta delle opposizioni sui fondi per salvare il Teatro Eliseo di Roma
La polemica nasce dall’emendamento inserito nel bilancio regionale dall’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini, che prevedeva uno stanziamento da 24 milioni per acquistare il teatro Eliseo dell’attore considerato storicamente vicino alla destra. Le opposizioni sono insorte, denunciando quello che è stato definito come uno stanziamento ad personam. In particolare è stato sottolineato come la Regione abbia più volte detto di non avere soldi per rifinanziare il taglia-tasse (il che comporterà un aumento dell’Irpef e quindi della tassazione sui lavoratori laziali) o per la sanità e le assunzioni del personale medico e infermieristico.
Come detto, Rocca dopo la polemica è stato costretto alla retromarcia e ha annunciato che i fondi verranno rimodulati per tutto il mondo del teatro. La riformulazione – arrivata attraverso un subemendamento – prevede che i fondi vengano destinati ai comuni per la realizzazione dei teatri del Lazio, l’adeguamento, il recupero, l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’ammodernamento tecnologico. Alla fine arriveranno ai comuni 12 miliardi nel 2025 e 12 miliardi nel 2016, da assegnare con bando ai teatri.
Per Rocca, comunque, il problema dell’Eliseo resta. Assicurando che non ci sono state interlocuzioni con la proprietà, ovvero con Barbareschi, il presidente della Regione ha spiegato che l’Eliseo “non può essere chiuso chiunque sia il proprietario”. “Dobbiamo porre rimedio, quel teatro deve riaprire”, ha affermato il presidente della Regione. Cercando anche di rispondere a un’altra polemica, quella sul prezzo. Barbareschi, infatti, aveva acquistato il teatro a 7 milioni, spendendone altrettanti per la ristrutturazione. E oggi il prezzo di vendita ammonta a 24 miliardi, una cifra ritenuta troppo alta rispetto a quella d’acquisto da parte delle opposizioni. Su questo Rocca ha spiegato che “l’agenzia del demonio farà una valutazione sul valore”.
La questione dei teatri romani non può non interessare anche il Campidoglio, che ha però obiettivi diversi. Nessun interesse per l’Eliseo, ma l’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor, ha sul tavolo altri dossier. Due più di qualunque altro: il Globe Theatre, chiuso dopo il crollo del settembre del 2022, e il Valle. Per il Globe, il cui nome integrale è Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti, l’intenzione è quella di evitare la demolizione, puntando invece sul ripristino della struttura. Che fu realizzata dal comune di Roma sulla base di un’idea di Gigi Proietti grazie ai finanziamenti della Fondazione Silvano Toti, associazione creata dalla famiglia Toti in memoria dell’imprenditore Silvano.
Dal 2018 la gestione del Globe è affidata al Teatro di Roma e dal 2021 è stato rinominato in onore di Gigi Proietti, che ne è sempre stato direttore artistico. La seconda partita è quella di un altro teatro storico del centro di Roma: il Valle. Il teatro è stato per anni occupati e autogestito, fino a un po’ di mesi fa. A marzo è partita la riqualificazione per una spesa di oltre 6,7 milioni e lavori che dovrebbero durare 18 mesi. Il Valle fa parte della Fondazione Teatro di Roma, così come l’Argentina, l’India o il Torlonia.
La Fondazione Teatro di Roma è un ente teatrale stabile di iniziativa pubblica, costituito dal Comune di Roma, dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma. Proprio in questi giorni è in corso l’avvio della procedura di selezione del direttore generale, dopo la nomina – avvenuta lo scorso mese – del nuovo cda. La Fondazione intanto ha affidato alla società in house Zetema la gestione dei teatri di cintura (Lido di Ostia, Scuderie di Villa Pamphilj, Biblioteca Quarticciolo, Tor Bella Monaca). A questo si aggiungono i fondi del Pnrr per il miglioramento dei teatri romani.