È solo l’ultimo strappo, ma la sentenza di ieri sulla strage di Avellino aggrava la posizione di Autostrade per l’Italia e di conseguenza dell’azionista di riferimento: la famiglia Benetton. Se da un lato un giudice ha assolto l’Ad della società concessionaria ed altri dirigenti della stessa azienda, dall’altro c’è la politica, quella con la P maiuscola, che insorge contro un sistema giudicato marcio.
“Le autostrade ce le riprendiamo” ha detto il vicepremier Luigi Di Maio commentando l’esito del processo di primo grado. Ecco l’obiettivo non è il magistrato di turno, cosa che sarebbe stata ovviamente sbagliata, e nemmeno le persone che da lui non sono state ritenute colpevoli, seppur in virtù del loro ruolo verticistico all’interno dell’organigramma aziendale perché la partita che si andrà a giocare nelle prossime settimane mira dritta al cuore del problema che già da tempo è stato individuato dal Movimento 5 Stelle. E qui Di Maio spiega ancora meglio: “Ce l’ho con la feccia politica che in questi anni ha firmato ad Autostrade dei contratti capestro che li solleva da ogni responsabilità” per giunta “dandogli tutte le garanzie economiche e legali del caso”.
L’obiettivo sono chiaramente le concessioni ad Autostrade, che ad oggi risultano blindate. Un problema non più rimandabile perché non riguarda il solo caso di Avellino, che resta comunque uno dei più gravi incidenti stradali nella storia del Paese, ma anche il tristemente noto crollo del ponte Morandi a Genova avvenuto lo scorso agosto e costato la vita di 43 persone. Una questione che va affrontata perché, disastro dopo disastro e vittima dopo vittima, crea uno scoramento tra chi governa e chi viene governato.
Cittadini imbufaliti perché a pagare pegno per la tragedia di turno sono spesso i livelli più bassi, come un autista che perde il controllo del bus oppure chi si occupa della manutenzione di un guard rail, fatto in economia e che si sbriciola come cartapesta dopo un impatto che avrebbe dovuto reggere. Così a farla franca sono i vertici dell’azienda di turno, tra l’incredulità generale degli italiani, che quelle politiche al risparmio, come emerge da numerose inchieste delle Procure di tutta l’Italia, le hanno volute.
Qualcosa che gli Esecutivi passati, tanto di destra quanto di sinistra, erano anche disposti a sopportare, a differenza di quello gialloverde che del cambiamento, anche doloroso, ha fatto e fa un vanto. Non ci gira intorno il vicepremier perché la questione è scottante dato che sin dalla caduta del Ponte Morandi, il Governo sta lavorando per togliere le concessioni ad Autostrade. Infatti, conclude: “Più leggiamo le carte, più capiamo che ai Benetton era stata garantita impunità e profitti sicuri come a nessun altro. Ma la spuntaremo noi”.