Era il segnale che, all’indomani del deludente risultato delle Regionali in Abruzzo, in tanti nel Movimento si aspettavano. Certo, per adesso, la rivoluzione annunciata da Luigi Di Maio è solo un post affidato al Blog delle Stelle. Ma la rotta tracciata, per la stragrande maggioranza delle truppe parlamentari M5S, va nella direzione giusta. Quella del “cambiamento”, per evitare l’errore, già commesso da altri, di minimizzare l’ultimo risultato elettorale, derubricandolo a fatto locale, e fare finta che non sia successo niente.
“La leadership di Di Maio non è mai stata e non è assolutamente in discussione – spiega a La Notizia un autorevole esponente M5S -. Il punto è un altro: a nove mesi dall’inizio dell’esperienza di Governo i Cinque Stelle stanno attraversando un momento di flessione dell’enorme consenso ottenuto alle Politiche del 4 marzo. L’elettorato sta prendendo le misure e a trarne vantaggio è stata soprattutto la Lega”. Come invertire, allora, la tendenza per recuperare il terreno perduto? “Il Movimento si è cibato per anni di consensi crescenti, ma di fronte al dato dell’Abruzzo non dobbiamo commettere l’errore di sottovalutazione commesso puntualmente dal Pd, quando, all’indomani di ogni sconfitta incamerata in diverse tornate amministrative, Renzi ammazzava sul nascere ogni discussione e tentativo di analizzare il risultato”.
Un ragionamento, d’altra parte, quasi fotocopia rispetto a quello del senatore M5S abruzzese, Gianluca Castaldi, pubblicato sulla sua bacheca Facebook, lunedì scorso commentando il responso delle Regionali. “Una sana autocritica non può che farci bene! Anche per colpa nostra (e non solo per il risultato della Lega) abbiamo permesso alla peggiore Destra Romana di mettere le mani sulla nostra Regione con un candidato sconosciuto – ha ammesso il parlamentare di Vasto -. Per quel che mi riguarda già da stasera chiederò degli incontri con Luigi (Di Maio, ndr) per affrontare una serie di problemi. Sono al lavoro l’intera settimana dalle 8 alle 23 e dedico ungiorno del weekend al territorio, ma non basta! Serve anche altro! E su quel ‘altro’ dobbiamo lavorare senza paura di riconoscere errori e sufficienze!”. Il territorio, appunto.
L’organizzazione locale di cui parla il leader M5S sul Blog delle Stelle, con tanto di riflessione sull’apertura a possibili alleanze con le liste civiche. Una vera e proprio rivoluzione rispetto a quello che, da sempre, è stato un tabù inviolabile del Movimento. “Se non siamo riusciti a conquistare una Regione con Giancarlo Cancelleri nonostante il 35%, con Andrea Greco nonostante il 38% e con Sara Marcozzi, persone che hanno dato l’anima nel territorio per anni e che hanno fatto l’impossibile, è chiaro che ci sono alcuni problemi di fondo”, ha preso atto Di Maio.
“E’ quello che in tanti ci aspettavamo di sentir dire dal nostro leader: l’Abruzzo non è stata una non vittoria, come disse in passato qualcuno, ma abbiamo commesso dei passi falsi – è il ragionamento più diffuso tra i parlamentari -. Occorre riallacciare il filo con i territori, dove tanti sono stati promossi ufficiali – eletti in Europa, alla Camera, al Senato nelle Regioni – e sono rimasti pochi soldati semplici ad impegnarsi sul campo con lo spirito dei meetup”. E le critiche di Paola Nugnes o l’invito di Roberta Lombardi a Di Maio a scegliere tra il ruolo di capo politico e di vice premier? “Non dicono cose diverse, lo fanno solo con toni più oltranzisti. Non vedo come non possano condividere le parole di Luigi”.