Quelli che tra i pentastellati, dopo aver ascoltato l’ex premier, se la sentono di parlare e buttare giù due righe da affidare alle agenzie e, soprattutto, ai social sperano nel lieto fine, ovvero nella ricomposizione della frattura tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. E, se possono, spendono una parola in favore di Conte. Poi c’è chi come il presidente della Camera Roberto Fico continua a mediare, a smussare, a gettare ponti.
“In questo momento discutiamo dello Statuto. Grillo ha girato l’Italia e ha sudato sette camicie, e Conte ha fatto benissimo il premier. Stiamo facendo una sintesi rispetto al Movimento. Mettiamo in comune le migliori risorse”, dice Fico. Secondo cui “non esistono ultimatum, ma un lavoro all’interno del Movimento”. E si dice sicuro: “Saremo anche più forti di prima”. Altro grande mediatore il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Stiamo remando tutti nella stessa direzione, il MoVimento è pronto ad evolversi, coraggio. Confido nell’intesa. Dialogo e confronto sono fondamentali, siamo una forza matura, dotata di buon senso, visione e concretezza”.
“Uniamo la testa (Conte) e il cuore (Grillo) per essere pronti ad una nuova stagione riformatrice ricca di sfide da vincere”, scrive su facebook il deputato Giovanni Currò. “Dobbiamo abituarci all’idea: ai più importanti bivi della vita, non c’è segnaletica”, scrive – citando Ernest Hemingway – su instragram il presidente della commissione Politiche Ue della camera, Sergio Battelli. Scende in campo Danilo Toninelli: ”Grillo e Conte sono la coppia migliore che la politica possa avere. Da una parte un visionario con i piedi ben piantati nel M5S e dall’altra una persona capace e competente che ha già dato prova di sé. Questi sono fatti che vanno ben oltre le regole e gli statuti”.
“Perdere l’occasione di avere Conte guida del M5s, sarebbe un rammarico equivalente a quello che ha avuto in questi anni Roberto Baggio dopo aver sbagliato il rigore in finale a Pasadena nel 1994”. dice il vicepresidente dei senatori Gianluca Ferrara. Con l’ex premier si schierano la senatrice Alessandra Maiorino, la deputata Mirella Emiliozzi e Andrea Giarrizzo. “Facciamo attenzione soltanto a chi avvelena i pozzi”, scrive il deputato Angelo Tofalo. “Abbiamo bisogno di entrambi i nostri Giuseppe”, dicono il vice presidente del Parlamento Ue Fabio Massimo Castaldo e Dino Giarrusso.