Alla fine l’incontro c’è stato. Tra il leader di Insieme per il futuro Luigi Di Maio, fresco di scissione dal Movimento 5 Stelle, e il grande federatore del nuovo Centro riformista. Quel Beppe Sala sindaco di Milano nel quale in molti già vedono il Messia del polo moderato che verrà.
Alla fine l’incontro tra Luigi Di Maio e Beppe Sala c’è stato
Sul tavolo il nodo del Tribunale dei brevetti, di cui il capoluogo lombardo vorrebbe ospitarela sede, che è stato più che altro la scusa per un faccia a faccia che aveva ben altro obiettivo: dare il via alle grandi manovre in vista delle prossime elezioni politiche.
Poco più di un’ora e mezzo e bocche rigorosamente cucite. Ulteriore indizio che, a casa di Sala, a Brera, a tenere banco è stata soprattutto la politica. Dopo l’addio al Movimento, del resto, Di Maio è in cerca di alleati e non è certo un mistero la sua intenzione di puntare sui territori attraverso quel movimento dei sindaci che Sala potrebbe catalizzare intorno alla sua persona. “Un’interlocuzione c’è, ci sentiamo”, ha ammesso nei giorni scorsi il sindaco di Milano.
Fino al faccia a faccia di ieri tenutosi volutamente lontano dal Comune per evitare sovrapposizioni tra il ruolo istituzionale di sindaco e quello politico di leader in pectore di una nascitura formazione. “Abbiamo parlato di Tribunale dei Brevetti”, ha tagliato corto Sala lasciando l’abitazione per recarsi a Palazzo Marino.
Certo, il feeling con Di Maio c’è, fanno trapelare, reciprocamente, dai rispettivi staff. Al punto che, si ragiona in ambienti parlamentari, per il ministro la priorità ora è quella di capire se si riuscirà trovare delle convergenze per dare vita d un progetto innovativo che guardi a temi come l’ambiente e al futuro dei giovani, tanto per cominciare.
Che qualcosa si muova al centro lo dimostra anche la visita, a casa Sala, del segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, circa un’ora dopo quella di Di Maio, che la prossima settimana dovrebbe incontrare anche gli esponenti di L’Italia c’è, il nuovo movimento centrista lanciato da Gianfranco Librandi. Il sottosegretario al ministero degli Esteri ha parlato, pure lui, di un incontro già pianificato, per fare il punto sul Tribunale dei Brevetti, ma non ha nascosto che il colloquio è servito anche a fare il quadro dell’attuale situazione politica.
“Abbiamo fatto due chiacchiere su temi più politici e io ho spiegato al sindaco Sala quello che +Europa e Azione stanno facendo – ha detto -. Un progetto liberal-democratico ancorato ai liberali europei, autonomo dalle coalizioni, a maggior ragione fintanto che il Pd insisterà ad avere come interlocutore principale il M5S di Conte”.
Al momento per Di Maio non sembrerebbe esserci spazio con +Europa: “Non so cosa stia facendo Insieme per il futuro, noi facciamo un’altra cosa – ha precisato Della Vedova -. Di Maio è il mio ministro, lavoro bene con lui ma sul piano politico abbiamo sempre avuto esperienze molto, e in alcuni momenti, moltissimo diverse”.
A mettere il veto sul ministro degli Esteri ci ha pensato anche Carlo Calenda. “Davvero mi sfugge come Beppe Sala possa anche solo pensare che un tandem con Di Maio porti qualche beneficio a lui o al Paese – ha twittato il leader di Azione -. Il centro come ricettacolo di ogni trasformismo non è un progetto politico, ma un ufficio di collocamento”.
Quello che immagina Sala è un centro che guarda a sinistra, come ha spiegato di recente sulle sue pagine social, “perché non potrei mai stare con la destra né coi populisti, ma solo con chi ha veramente un animo popolare”.