Luigi Di Maio lo ripete senza girarci intorno: “Se i nostri iscritti vorranno individuare me come candidato premier ci sarò. Tra il 22 e il 24 settembre proclameremo il nome”. Il vicepresidente della Camera, leader in pectore del M5S, non si nasconde, nonostante i malumori di chi nel Movimento non ha mai digerito troppo la sua ascesa e l’assenza di regole per le primarie a 10 giorni dal voto. Intervistato da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto su Radio Capital, Di Maio ha parlato di tutto: programma di governo, possibili alleanze, le Regionali siciliane sulle quali proprio ieri, terminata l’intervista, è arrivata la doccia fredda col Tribunale di Palermo che ha sospeso le “regionarie” 5 Stelle.
Ma non della squadra di Governo. Chi sceglierà da premier in caso di vittoria alle Politiche del 2018? “È presto per parlarne, non voglio fare fantacalcio, ma i nomi dei ministri verranno indicati dal 25 settembre”, ha spiegato il vicepresidente della Camera, dicendo di “non credere nella differenza tra ministri tecnici e politici” perché “un candidato ministro deve avere sensibilità politica e competenze tecniche altrimenti finisce come con il governo Monti”. Malgrado la legge elettorale sia ancora in alto mare, Di Maio ha ribadito qual è l’obiettivo che il M5S si è prefissato: “Raggiungere il 40%”. Pensa che sia davvero possibile? “Nel 2013 – ha ricordato – nessuno pensava che diventassimo la prima forza politica del Paese e poi è avvenuto, poi non mi prendo il merito del referendum, ma tutto è possibile ed io ci credo tanto”. Se però il bersaglio dovesse essere mancato, i pentastellati non andrebbero a cercare alleanze qua e là. A cominciare da quella, più volte paventata da più parti, con la Lega di Matteo Salvini. “Se dovessimo arrivare primi senza una maggioranza”, ha detto Di Maio, “ci presenteremo in Parlamento per dire ‘dateci l’opportunità di partire’ e in Parlamento si voterà sulle leggi. Chi è disponibile ci darà la fiducia ma non si aspetti posti in cambio. Salvini? Io sono di Napoli: lui era uno di quelli che diceva ‘Vesuvio lavali col fuoco’. Quindi di affine non abbiamo niente”.
Quanto al programma, dopo aver spiegato domenica scorsa l’intenzione di bloccare la Tav una volta al Governo il vicepresidente della Camera ha detto: “Se andremo al governo faremo una seria spending review per tagliare le spese inutili, la nostra legge sul reddito di cittadinanza si alimenta con loro la rimodulazione. Poi bisogna investire su smart nation e innovazione tecnologica”. Sulla presunta rivalità con Roberto Fico, Di Maio ha tagliato corto: “La questione tra me e lui è stata strumentalizzata”.
Twitter: @GiorgioVelardi