Semmai qualcuno avesse qualche dubbio, ieri è stato eliminato anche quello. Luigi Di Maio sta dalla parte di Giuseppe Conte nello scontro contro Davide Casaleggio. Esattamente come, di fatto, tutti i big del Movimento cinque stelle. Nel pieno della querelle con il presidente dell’associazione Rousseau che, al momento, continua a rifiutarsi di consegnare l’elenco degli iscritti M5s, il ministro degli Esteri ed ex capo politico ha ribadito il sostegno al neo leader de Movimento.
“La politica non sono i ricorsi in tribunale, è il consenso delle persone”, ha detto a L’aria che tira su La7. “Ora c’è grande consenso su Conte a capo del Movimento. Tanti cittadini gli chiedono di fare questa scelta, non la si impedirà con un ricorso in tribunale. La storia del Movimento sta andando verso Conte, e io sostengo questo processo”. Parole non scontante in un momento di forte tensione dentro il M5s.
“L’arrivo di Conte è una novità da quando è caduto il Conte 2. Sono 15 mesi che si aspetta il successore di Di Maio”, ha aggiunto Di Maio. Parole che hanno confermato quanto in mattinata già aveva dichiarato un altro big del Movimento, presente anche nel governo Draghi, Stefano Patuanelli. Che, ospite ad Agorà su Rai3, ha sottolineato come “il vero oggetto del contendere all’interno del Movimento 5 Stelle non è il terzo mandato. In questo momento è il trovare le condizioni perché Conte sia leader de facto del Movimento”.
Quanto a Casaleggio, invece, “ha scelto di fare politica e di farlo separatamente dal movimento perché non ha condiviso, già dal 2019, la scelta del governo con il Pd e poi del governo Draghi. Casaleggio non ha condiviso e ha fatto una scelta diversa ma se il divorzio si consuma si deve consumare veramente, non si possono utilizzare i dati del Movimento a beneficio di un nuovo soggetto politico”.
Una linea ben chiara, dunque, che è condivisa dalla gran parte di parlamentari e attivisti all’interno del M5s. Anche perché non ci sarebbero ragioni per cui quei dati (leggi l’articolo) non dovrebbero essere ceduti. Il ragionamento che si fa tra i Cinque stelle è il seguente: “Chi si è iscritto l’ha fatto per il Movimento e non per Rousseau. Se oggi si ritrovassero affiliati a un altro soggetto politico sarebbe ingiusto”. Una posizione, questa, che secondo quanto risulta al nostro giornale, godrebbe del parere favorevole di alcuni giuristi consultati direttamente da Conte ed esperti di privacy e data protection.
MAL DI PANCIA. Questo non vuol dire, però, che tutto sia ora sereno. Una delle contestazioni fatte dall’associazione Rousseau e che aleggiano ora sia tra alcuni ex ma anche tra alcuni parlamentari, è che l’ex premier, al quale è stata affidata da Grillo la rigenerazione del Movimento, non solo non è ancora stato eletto dagli iscritti, ma non è neppure iscritto al Movimento. Anche su questo è intervenuto Di Maio: “Finalmente diventiamo una forza politica radicata nell’idea di governare”, ha detto. Ed è proprio questo il punto.
Secondo alcuni il rischio adesso per il Movimento è di perdere completamente – o quasi – contatto con gli ideali iniziali a discapito di una forma-partito che rischierebbe di mettere in forse la storia del Movimento stesso. “Se per Movimento si intende solo un insieme di dati da trasferire da un soggetto all’altro credo che l’avvocato Conte non abbia ben inteso cosa sia in realtà il Movimento 5 Stelle per chi ne fa parte da sempre”, ha detto non a caso all’Adnkronos Raffaella Andreola, probivira M5S. Parole, queste, che sono condivise da un nugolo di parlamentari. Non resta che attendere cosa sarà il nuovo Movimento.