“Io penso che Conte sia stato scalzato dai poteri forti”. Alessandro Di Battista a Otto e Mezzo ha parlato della caduta dell’Avvocato del Popolo. E ha accusato “il gruppo GEDI, Confindustria e anche dei poteri esteri: non a caso il cambio di governo negli Stati Uniti ha coinciso con il cambio di governo in Italia. Non parlo di complotto ma penso sia evidente che ci sia stata una convergenza di interessi tra questi gruppi di potere”.
Alessandro Di Battista: “Il governo Conte scalzato dai poteri forti”
Di Battista era in diretta con Massimo Giannini: “Penso che il gruppo che edita Repubblica e di cui fa parte il direttore Massimo Giannini (che dirige La Stampa, ndr) abbia avuto un ruolo così come l’ha avuto la Confindustria e alcuni gruppi esteri. Penso anche che il cambio di governo negli Stati Uniti abbia coinciso con quello in Italia”. Poi Di Battista ha anche svelato un retroscena: “Non sono pentito di non aver fatto il ministro, me lo chiesero e diedi la mia disponibilità ma posi come condizione che non ci fosse un ritorno con Renzi, quindi dovetti ritirarla”. “La condizione per tornare nel Movimento 5 Stelle è l’uscita dal governo Draghi”. “Se qualche partito mi ha chiesto di entrare? Sì, da destra e sinistra hanno sondato il terreno”
E per quanto riguarda l’oggi: “Non sto capitanando la fronda dei 5 Stelle. Intendo continuare a fare quello che faccio, reportage, libri. E a fare attività politica al di fuori del parlamento, perché la libertà conquistata rinunciando a ruoli prestigiosi, è molto importante per me”. Giannini ha risposto a Di Battista: “Perché parlare di poteri forti? Che armi hanno per buttare giù un governo? Conte non aveva i numeri, cosa c’entrano i poteri economici?”. “Negare che esistano certe influenze significa negare la storia”, è stata la risposta.