Alessandro Di Battista parla con il Fatto Quotidiano del suo ultimo libro “Contro!” in uscita per Paper First e dice che sapeva dell’arrivo di Mario Draghi da agosto: “Fu Luigi Di Maio a dirmi, a fine novembre 2020, che la crisi del governo Conte ci sarebbe stata”. Cosa le disse esattamente? “Luigi mi disse che Matteo Renzi non si sarebbe fermato”.
Di Battista: “Draghi? Lo sapevo da agosto”
E quando Luca De Carolis gli chiede del governo Draghi risponde così: “Fonti istituzionali, non del Movimento, mi parlarono per la prima volta di questa eventualità già a metà agosto. Pochi giorni
dopo, l’attuale presidente del Consiglio parlò al Meeting di Comunione e Liberazione. Tenne un discorso ordinario, ma che venne commentato con toni di adorazione, neanche fosse Martin
Luther King. Per questo scrissi un articolo definendolo “apostolo delle élite””. L’intervistatore gli fa notare che sarebbe stato difficile per il MoVimento 5 Stelle dire di no a Draghi, e questa è la risposta: “Ero molto dubbioso anche quando dicemmo sì al governo con il Pd. Ma in quel caso, come era avvenuto nell’esecutivo con la Lega, avevamo ancora la maggioranza relativa in Consiglio dei ministri, ovvero il M5S poteva porre il veto a ciò che non voleva. Ora invece nel governo di tutti è minoranza. E questo è un nodo politico”.
Per Di Battista il problema è, appunto, politico: “C’è un livello di conformismo nel Paese che non c’era neanche con Berlusconi. Dappertutto si adora Draghi. E poi le banche hanno occupato la politica, ormai. Negli Stati Generali del M5S dello scorso novembre avevo posto come tema prioritario il tema del conflitto d’interessi tra politica e istituti finanziari”. Il suo futuro si deciderà a settembre: “Come ho già detto, a settembre deciderò se continuare a scrivere in totale libertà o se tornare in politica. Ma è chiaro che potrei riavvicinarmi al Movimento solo se uscisse dal governo Draghi”