Dalla terra dei fuochi arriva una buona notizia con il sequestro da 200 milioni ai fratelli Pellini. Danilo Della Valle, candidato del Movimento 5 Stelle alle europee nella circoscrizione Sud, in questa terra è davvero cambiato qualcosa e l’impegno contro l’illegalità ora sta portando risultati concreti?
“Qui la camorra ha perso e continuerà a perdere. Bisogna però fare i conti con la realtà, perché il racconto di Terra di Lavoro diventata Terra dei Fuochi è il risultato di scelte politiche anche affariste. Il recente sequestro di beni per 200 milioni di euro ai fratelli Pellini rappresenta una vittoria contro la criminalità organizzata e per capire se questo episodio segni un cambiamento profondo bisogna considerare vari fattori. Un singolo sequestro non basta a dimostrare un cambiamento strutturale, è essenziale che i beni sequestrati siano usati per scopi sociali e non tornino alla criminalità. Il vero cambiamento si misura nella trasformazione del territorio: su questo dobbiamo essere più coraggiosi e coinvolgere ancor più attivamente la cittadinanza”.
Come andrebbero utilizzati questi beni confiscati e quanto possono aiutare anche per le operazioni di bonifica dei siti inquinati?
“L’impiego dei beni sottratti alla mafia rappresenta un’occasione per il Sud Italia non solo per contrastare la criminalità ma anche per favorire lo sviluppo sociale ed economico. Utilizzare questi beni per la bonifica dei siti inquinati significa migliorare l’ambiente e la salute pubblica, con l’obiettivo di trasformare i terreni confiscati in aree verdi e strutture educative. In questo modo trasformiamo le bonifiche in opportunità di lavoro e attività sostenibili, come l’agricoltura biologica e l’energia rinnovabile, che generano un indotto economico e contribuiscono alla transizione ecologica. Come Movimento 5 Stelle siamo pronti a porre al centro del dibattito parlamentare europeo la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia. Più che un impegno è un’esigenza da non disattendere più”.
Sull’ambiente l’Ue sembra aver in parte abbandonato la strada intrapresa a inizio legislatura: teme che il Green Deal venga messo da parte in caso di risultati positivi per le destre alle europee?
“Le destre stanno cavalcando il tema della transizione green perché sono a corto di argomenti e di idee su come governare l’Europa. La loro narrativa è distruttiva e non costruttiva per nascondere i loro fallimenti. Basta vedere i risultati che hanno portato a casa nella passata legislatura: la Lega nel 2019 aveva ottenuto il 34,8% e 28 eurodeputati eppure non ha toccato palla in cinque anni. Non hanno portato a casa un provvedimento per i cittadini, niente che possano rivendicare in questa campagna. Per quanto ci riguarda vogliamo essere l’ago delle bilancia nella prossima legislatura e completare così il lavoro iniziato e non terminato sul Green Deal. Serve però più coraggio, molti provvedimenti come quelli sulle auto elettriche o sulle case green non stanziano fondi europei. Senza risorse la povertà energetica aumenterà e molte imprese faticheranno a stare al passo della spietata concorrenza internazionale. Serve un Recovery Fund strutturale”.
Si sta passando dalla transizione ecologica a un’economia di guerra con una corsa al riarmo, anche in Ue?
“I segnali ci sono tutti, ecco perché serve una delegazione forte e compatta del Movimento 5 Stelle al prossimo Parlamento europeo. L’UE deve scegliere la pace e non sottrarre risorse fondamentali per lo sviluppo e dirottarli verso l’industria delle armi come fatto in passato”.
Tornando a parlare di Campania, il governo e Giorgia Meloni sono di nuovo tornati a Caivano per inaugurare un centro sportivo: è stata davvero, come dice qualcuno, solo una passeggiata elettorale? L’esecutivo sta facendo davvero qualcosa per Caivano o è solo propaganda?
“Caivano è un territorio da tutelare e perciò rinnego ogni tentativo di demonizzazione che il Governo Meloni propina dall’inizio di quest’anno con l’obiettivo di strumentalizzare. Forse Meloni è distratta ma le va ricordato che ci sono tanti “Parco Verde” in giro per il Sud Italia sui cui però non si accende alcun faro perché non ci sono “opportunità” di consensi elettorali. Più che l’ennesimo selfie ci chiediamo quando questo Governo predisporrà un reale piano di investimenti al Sud, basti pensare all’attivazione dei servizi minimi essenziali che in troppi quartieri popolari risultano ancora assenti, senza alcun aiuto verso gli enti locali che fanno un lavoro con risorse scarsissime. I caivanesi devono ringraziare solennemente? Forse dimenticano che sono pagati per dare risposte e finora abbiamo visto solo tamponature”.
Come giudica il saluto di Giorgia Meloni al presidente della Regione Campania, De Luca? Trova fuori luogo, da un presidente del Consiglio, un comportamento di questo genere?
“I cittadini non meritano queste risse da spiaggia. Il grande assente di questa eterna polemica fra Meloni e De Luca è la politica. Le parolacce della Meloni, e le conseguente ampia copertura mediatica, coprono ogni speranza di riscatto di un territorio calpestato dalle politiche di questo governo. Per fare qualche esempio: decontribuzione Sud, disegno di legge sull’autonomia, riduzione fondi PNRR, il blocco dei Fondi Sviluppo e Coesione destinati. Cos’altro deve succedere? Questo governo sta calpestando il Sud Italia e alle prossime elezioni europee i cittadini lanceranno un messaggio forte e chiaro a questa maggioranza”.
Al di là di Caivano, l’attenzione di questo governo verso il Sud sembra minima, come dimostrano anche i tagli e, soprattutto, il disegno di legge sull’Autonomia: teme che il Sud venga davvero abbandonato con il ddl Calderoli?
“Un recente sondaggio ha mostrato come l’80% dei cittadini che vivono nel Meridione sono contrari al ddl Calderoli perché aumenta le disparità fra Nord e Sud. Forse nel libro dei sogni della Meloni sarà un successo, ma la verità è che senza investimenti e risorse si rischia il collasso della sanità e non si potrà più garantire il diritto allo studio. Partiti che hanno il nostro Paese nel nome come Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno svenduto una parte dell’Italia per garantirsi la poltrona cinque anni. Questo modo di fare politica è disgustoso, i cittadini si ribelleranno”.