L’aria della Lombardia? C’è mancato poco che ieri in consiglio regionale l’assessore all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione (nella foto), eletto con la lista Lombardia ideale di Attilio Fontana, non la proponesse come toccasana per chi soffre di disturbi respiratori. “In Lombardia le emissioni pro capite medie sono un terzo di quelle europee per le polveri sottili. Il processo di transizione ecologica non può prescindere dalle peculiarità del territorio, delle sue caratteristiche economiche e sociali oltre che ambientali e morfologiche”, ha detto l’avvocato bresciano, intervenendo sulla mozione presentata dal gruppo della Lega che impegna la Regione a contrastare “in tutte le sedi opportune” la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria.
Mozione al Pirellone per contrastare la direttiva Ue. Che obbliga a ridurre gli inquinanti atmosferici
A inizio giugno il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana aveva guidato una delegazione di governatori delle regioni del Bacino del Po a Bruxelles per convincere gli europarlamentari ad ammorbidire la proposta legislativa della Commissione Europea che abbasserà le soglie di tolleranza dei principali inquinanti atmosferici, sostenendo di aver già fatto abbastanza. Maione ieri ha rincarato la dose prefigurando scenari quasi apocalittici: “Le nuove soglie ci costringerebbero a ridurre del 75% il numero di veicoli circolanti, attività industriali e impianti di riscaldamento e del 60% gli allevamenti. È tecnicamente irrealizzabile e metterebbe a rischio la tenuta sociale del Nord Italia”.
“Le misure adottate nel bacino padano hanno generato un notevole miglioramento della qualità dell’’aria, portando negli ultimi 20 anni a riduzioni del 39% delle concentrazioni di Pm10 e del 45% delle concentrazioni di biossido di azoto”, ha concluso Maione, citando dati che erano già stati bocciati da un fact checking di Legambiente dal titolo “I conti non tornano”.
Il calcolo fatto dalla Regione, aveva spiegato l’associazione ambientalista, si basa su uno stratagemma utile a mascherare la reale portata dell’inquinamento. Per sostenere le proprie tesi la Regione Lombardia utilizza come parametro le emissioni di Pm, sorvolando sul fatto che oltre i due terzi dell’inquinamento da polveri non derivano dalle emissioni dirette, bensì dalle emissioni dei loro precursori gassosi, soprattutto gli ossidi di azoto e l’ammoniaca. Inoltre, la Regione ha operato un confronto basato sulle emissioni pro-capite: dal momento che la Lombardia ha una densità di popolazione quattro volte superiore alla media europea, ha in pratica diviso per 4 il valore delle emissioni provenienti dal territorio lombardo.
M5S e Pd contro l’assessore Maione: “Per la Giunta l’emergenza non è il clima ma le norme che la contrastano”
Contro la mozione della Lega ieri hanno votato compatte le opposizioni. “È incredibile che per la destra in Regione Lombardia l’emergenza non sia quella climatica ma le misure europee volte a contrastarla o mitigarla”, scrivono in un comunicato Pierfrancesco Majorino e Roberta Vallacchi, capogruppo e vice capogruppo del Pd al Pirellone, “Regione Lombardia ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini e quindi di contrastare non solo l’emergenza climatica ma anche l’inquinamento atmosferico al quale l’Oms attribuisce un terzo delle morti premature per tumori e malattie respiratorie e cardiovascolari, sapendo che il bacino padano è una delle aree più inquinate d’Europa e di maggiore incidenza dei tumori”.
“La maggioranza dice che il cattivo stato della qualità dell’aria in Lombardia è colpa del riscaldamento degli edifici, ma cancellano il Superbonus che aveva dato ai cittadini le risorse per l’efficientamento energetico”, il commento della consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Paola Pollini, che aggiunge: “Non sono in grado di prendere decisioni e preferiscono prendersela con la conformazione orografica della Pianura Padana”.