Come si suol dire in questi casi, è andato tutto secondo copione. Già perché con 49 voti contrari, 29 favorevoli e 0 astenuti, il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto la mozione di sfiducia avanzata dalle opposizioni nei confronti di Attilio Fontana per la gestione dell’emergenza Covid. Non che ci sia da stupirsi perché la partita non è mai stata realmente aperta in quanto il centrodestra, a dispetto di indagini e polemiche, ha sempre fatto quadrato attorno al presidente della Lombardia che, per diverso tempo, è stato portato ad esempio del buon governo della Lega e, di riflesso, dell’intera coalizione.
Insomma in gioco non c’era solo il destino della giunta lombarda ma anche un possibile contraccolpo politico per il centrodestra che, specie sotto campagna elettorale, era necessario evitare ad ogni costo. Così nonostante l’esito fosse già scritto, la discussione è diventata un terreno di scontro politico. L’inizio del dibattito, infatti, è stato a dir poco infuocato con i consiglieri regionali del Pd che si sono presentati in aula indossando delle mascherine con la scritta “Basta Così!”. Un gesto a cui hanno risposto alcuni esponenti della maggioranza indossando delle mascherine con stampati dei fenicotteri rosa che, a loro dire, sono state inviate dal Governo alla Regione.
Polemica che è scoppiata proprio mentre il capogruppo di M5S, Massimo De Rosa, illustrava il testo firmato da tutte le minoranze ad esclusione del solo consigliere renziano, Patrizia Baffi che, come già anticipato, ha preferito astenersi dalla votazione. “La mozione di sfiducia è per la vostra palese incapacità di gestire la Regione e quindi di tutelare la salute dei lombardi, e vede tutte le opposizioni unite, anche Italia Viva, anche se all’insaputa del Consigliere Baffi”, ha lanciato l’affondo De Rosa. Un intervento che non è andato giù alla maggioranza che ha più volte rumoreggiato e che si è concluso con il gruppo dei consiglieri grillini che, per protesta, hanno consegnato degli scatoloni da trasloco, ognuno etichettato con il nome di un assessore regionale e del presidente.
ALTA TENSIONE. Tuttavia il momento di massima tensione c’è stato durante l’intervento del consigliere Baffi che ha segnato un’insanabile frattura nella minoranza. “Presidente, qui le devono delle scuse” ha esordito la renziana venendo subito interrotta dagli applausi del centrodestra. “Trovo un atto di crudeltà addossare a una persona la responsabilità di 16mila morti”, durante questi mesi di pandemia, ha continuato la renziana secondo cui “la mozione conferma un metodo d’assalto finalizzato a sollecitare istinti forcaioli che hanno contribuito a creare un clima da anni di piombo”.
“Oggi è un giorno triste perché l’opposizione finge di ergersi a giudice della maggioranza con un mero gioco delle parti ancor più discutibile perché messo in campo in piena pandemia” ha proseguito la Baffi che ha voluto prendere le distanze dai suoi stessi alleati che, intanto, hanno iniziato a criticarla. Polemiche per le quali la renziana, prima di lasciare l’aula, li ha ammoniti: “Se vi do fastidio, posso anche cambiare posto”.