Dopo una breve pausa, in Commissione Agricoltura della Camera, riprende, tra forti critiche, la discussione sulla proposta di legge per la deregolarizzazione della caccia. Infatti, sul tema il dibattito è a dir poco incandescente tra chi si batte per la protezione della fauna selvatica e chi difende i diritti dei cacciatori.
Tra i primi c’è la Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu), che in queste ore protesta veementemente contro la proposta di legge ‘Bruzzone’, denunciandola come un pericoloso attacco alla normativa vigente e una minaccia per gli uccelli migratori, la biodiversità e la sicurezza pubblica.
Le critiche di Lipo per la deregolarizzazione della caccia
La Lipu, attraverso una massiccia campagna di raccolta firme sul sito lipu.it, ha espresso la sua ferma opposizione alla nuova norma che propone di modificare la legge 157 del 1992, mettendo a rischio decenni di tutela della fauna selvatica e delle norme che regolano l’attività venatoria.
La proposta, soprannominata ironicamente “Sparatutto” dalla Lipu, si fa portatrice di modifiche che sollevano gravi preoccupazioni. Innanzitutto, prevede di allungare il periodo di caccia oltre i limiti attualmente imposti dalla legge 152/92, mettendo a repentaglio gli uccelli migratori in viaggio verso i luoghi di riproduzione. Una pratica che, secondo gli ambientalisti, non solo minaccia la sopravvivenza di numerose specie, ma si espone anche al rischio di procedimenti d’infrazione da parte dell’Unione Europea in quanto sarebbe in contrasto con l’apposita direttiva comunitaria.
Inoltre, la proposta Bruzzone prevede la creazione di istituti regionali sulla caccia, con il chiaro intento di sostituire i pareri scientifici dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), aprendo la strada a calendari venatori più favorevoli ai cacciatori. Questo, secondo Lipu, apre alla possibilità di una caccia ininterrotta, sette giorni su sette, senza più giornate di silenzio venatorio, con tutti i conseguenti rischi per la sicurezza pubblica e l’incolumità delle persone.
”Questa proposta di legge ci riporterebbe indietro di oltre 30 anni”, spiega Alessandro Polinori, presidente della Lipu, che per questo chiede “a Governo e Parlamento il ritiro immediato della proposta di legge”.