Per Gioacchino Genchi, ex funzionario della polizia, Arnaldo La Barbera “era portatore di direttive precise: non faceva nulla, se non sotto il controllo del capo della polizia Parisi e di Luigi Rossi”. Per Genchi, La Barbera “ha eseguito direttive e non ha mai agito autonomamente, oggi è fin troppo facile processare i morti”. L’ex funzionario di polizia e avvocato depone al processo d’appello sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio e sostiene che “non si volevano individuare i veri responsabili delle stragi”.
Depistaggio della strage di via D’Amelio, il racconto di Genchi
Secondo quanto racconta Genchi, “nel ’92 La Barbera voleva andare via da Palermo e lasciare la Squadra mobile. Ricordo che mi disse una frase particolare: ‘Prima di andarmene devo fare un giro in elicottero su Palermo e arrivato sopra la questura fare la pipì’. Me lo disse alla fine del ’91 e prima dell’omicidio Lima”. Il processo sul depistaggio della strage di via D’Amelio oggi vede alla sbarra tre poliziotti per concorso in calunnia aggravata.
Genchi deponendo parla anche dell’agenda rossa di Borsellino: “L’unica interlocuzione è stata con il dottore Fausto Cardella che mi prese una borsa dall’armadio e mi fece vedere all’interno una batteria affumicata e un costume in nylon con i lacci. E mi chiese un’opinione e io dissi che, secondo me, quella batteria non era nella borsa ed era stata solo lambita. Se l’agenda fosse stata dentro la borsa il costume avrebbe dovuto incendiarsi prima della carta”.
Quindi, prosegue l’ex poliziotto, “secondo me l’agenda non era dentro la borsa se si è bruciata. Il costume era sicuramente dentro la borsa ma l’agenda no”. Agenda che, ricordiamo, non è mai stata ritrovata. Passando poi al tema delle armi sequestrate a seguito dell’arresto di Totuccio Contorno, Genchi continua: “Venni a conoscenza del fatto che vi erano state delle operazioni di manipolazione per far sì che venissero modificate. Arnaldo La Barbera mi parlò di armi portate a Ostia, riempite di sabbia affinché poi non vi fosse corrispondenza con gli esiti balistici delle ogive che erano state rinvenute sui cadaveri degli omicidi avvenuti prima della cattura di Contorno”.